Ilva, ArcelorMittal si ritira, Sindacati: “Una bomba sociale”

ArcelorMittal si ritira dall’Ilva. Ma il governo gialloverde prova a rimediare in extremis. Oggi Giuseppe Conte incontrerà i vertici della multinazionale dell’acciaio. L’annuncio del disimpegno, secondo i sindacati, crea una situazione sociale esplosiva in Puglia con il rischio che la produzione siderurgica italiana subisca un azzeramento.

Il colosso industriale ha espresso lunedì ai commissari straordinari dell’Ilva la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività della società e di alcune società controllate, chiedendo loro di assumersi la responsabilità delle attività della grande acciaieria e dei suoi dipendenti entro un mese.

L’eliminazione dello scudo penale per i manager dal 3 novembre scorso, la crisi del mercato dell’acciaio che rallenta la produzione e i provvedimenti del Tribunale di Taranto in merito alla situazione tecnica nell’area degli altoforni sono tra le ragioni che giustificano il recesso, stando al parere della società che si era detta pronta a investire 1,1 miliardi di euro per l’ambiente e 1,2 miliardi nella struttura.

Il premier contesta la posizione aziendale. “Non c’è nessun motivo – sostiene Conte – che giustifichi il recesso. La norma sullo scudo penale non era nel contratto e non può essere invocata”.

Secondo l’eurodeputato Carlo Calenda, “la colpa principale ricade sul Pd e su Renzi. Hanno voluto compiacere il gruppo dei senatori cinque stelle vicino all’ex ministro del Sud, Barbara Lezzi. Altrimenti la proposta dei cinque stelle non sarebbe neanche nata. La verità è drammatica: ci stiamo giocando la più grande acciaieria d’Europa per compiacere la Lezzi”.

Aggiornato il 05 novembre 2019 alle ore 12:56