L’Artic Circle 2019 e la partecipazione dell’Italia

Si è svolta a Reykjavík, in Islanda, l’Assemblea internazionale annuale riservata alle politiche, alle proposte e all’analisi delle criticità provenienti dal circolo polare artico, il più grande raduno internazionale, che raccoglie numerosi esperti, dedicato alle prospettive dell’Artico.

Ai vari panel della Conferenza hanno partecipato oltre 2000 personalità provenienti da più di 60 Paesi. I lavori hanno visto la presenza di capi di stato e di governo, ministri, membri di parlamenti, funzionari, esperti, scienziati, imprenditori, rappresentanti delle comunità autoctone della regione artica, ambientalisti, studenti, attivisti e partner aziendali interessati al futuro dell’Artico.

Ha aperto i lavori della conferenza annuale, l’ex presidente dell’Islanda, Ólafur Ragnar Grímsson, che ha accolto le numerose personalità giunte per partecipare all’assemblea. Presenti i primi ministri di Islanda e Finlandia, la principessa di Svezia, personalità autorevoli dalla Norvegia e il segretario statunitense per l’energia Rick Perry. La presenza del sottosegretario statunitense ha generato qualche polemica e delle richieste di approfondimento sulle nuove politiche Usa in rapporto all’Artico. Come sappiamo, l’amministrazione Trump sta procedendo rapidamente ad una serie di privatizzazioni di ampie zone non urbanizzate dell’Alaska per consentire l’esplorazione su larga scala della regione, alla ricerca di idrocarburi, in particolare petrolio e gas. Elementi che preoccupano molto gli attivisti e gli scienziati esperti di Artico.

È indispensabile documentare in parole e immagini la vita nel nord e i cambiamenti in atto per le generazioni future e per il nostro mondo. Credo nell’apertura degli occhi della gente su ciò che sta accadendo”, ha scritto durante la conferenza internazionale il fotografo islandese Ragnar Axelsson che ha partecipato ai lavori dell’Assemblea.

Ricerca, innovazione, diplomazia e confronto sono gli elementi chiave alla base dei lavori del Consiglio Artico. Anche l’Italia ha svolto la sua parte.

Grazie alle notizie diffuse dell’Ambasciata della Repubblica Italiana nel Regno di Norvegia, siamo a conoscenza della partecipazione italiana alla sessione tematica dedicata all’ “High tech prevention and preparedness in critical environments”, introdotta dall’Inviato speciale per l’Artico, l’Ambasciatore Carmine Robustelli. Durante il panel tematico, Antonello Provenzale del Cnr, Alcide Di Sarra dell’Enea e Stefania Amici dell’Ingv hanno trattato vari aspetti legati ai numerosi incendi nella regione, che sempre più stanno divenendo un problema cruciale in Artico, elencando lo stato dell’attività italiana di ricerca nella regione, ma anche delle esperienze nel Mediterraneo che potrebbero risultare utili nella zona artica. Roberta Ivaldi dell’Istituto Idrografico della Marina Militare, Ingrid Hunstad dell’Ingv e Andrew Kendrick di Fincantieri hanno illustrato diversi studi ed esperienze in tema di navigazione nella regione artica, mentre Melania Buffagni dell’Eni ha descritto le attività della multinazionale italiana in materia di prevenzione e risposta all’oil spill nei propri siti operativi in Norvegia ed Alaska. Dagli interventi sono emersi un articolato quadro dell’elevato livello tecnologico dell’apporto italiano, nonché un’apprezzata ed efficace integrazione tra industria e ricerca.

Tali elementi, legati alla vivacità e all’azione della diplomazia in ambito internazionale, sono considerati fattori fondamentali per continuare a preservare e a tutelare la regione artica e la sua peculiarità geografica.

Aggiornato il 21 ottobre 2019 alle ore 13:09