Dazi Usa, l’Italia e l’Ue auspicano un confronto

giovedì 3 ottobre 2019


Il Made in Italy è sotto attacco. Ieri l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha stabilito che gli Usa potranno imporre dazi agli europei per 7,5 miliardi di dollari come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus.

Dal 18 ottobre i dazi americani possono colpire duramente le nostre eccellenze d’esportazione. Ieri il Wto ha dato il via libera alle autorità statunitensi per fare scattare i dazi su una serie di prodotti europei e italiani, in particolare. Le misure colpirebbero, con una tariffa del 25 per cento pecorino romano, parmigiano reggiano, provolone e prosciutto. Si salverebbero invece l’olio d’oliva e il prosecco.

A rischiare non è solo il nostro Paese, ma l’intero continente europeo. Infatti, nell’elenco Usa figurano anche il whiskey scozzese, i vini francesi, l’Emmental svizzero e la groviera. Intanto, il responsabile per il commercio americano Robert Lightizer ha provato a “tranquillizzare” gli alleati storici, sostenendo che Donald Trump è convinto di trattare con l’Unione europea per risolvere i nodi sul tavolo.

Giuseppe Conte ha detto ieri che “l’Italia si rende perfettamente conto che c’è una tensione commerciale a livello globale e, sicuramente, la prospettiva di questo confronto sui dazi tra Stati Uniti e Ue non può non considerare che siamo coinvolti come Unione europea, tuttavia confidiamo di poter ricevere attenzione dal nostro tradizionale alleato su quelle che sono alcune nostre produzioni strategiche”. Per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, “l’Italia difenderà i suoi interessi nazionali su ogni campo, specie quello economico e commerciale”.

Ma l’ottimismo di ieri lascia spazio ai dubbi di oggi. I toni del presidente del Consiglio sono radicalmente diversi. “La guerra dei dazi – ha detto Conte all’Assemblea di Assolombarda alla Scala – ci sta mettendo a dura prova. Con i dazi compensativi Usa c’è una prospettiva che rischia di far male a manifattura e agroalimentare e ci preoccupa. Faremo di tutto per limitare i danni e questo anche lavorando all’interno dell’Unione per prospettive compensative”.

Il Consorzio del formaggio, attraverso una nota, sostiene che “il dazio passerà dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo”. È questa la conseguenza dei dazi Usa sul parmigiano reggiano. “Ciò significa – si legge nel documento – che il consumatore americano acquisterà il parmigiano reggiano ad un prezzo maggiorato: se oggi il costo è pari a circa 40 dollari al chilo, dal 18 ottobre a scaffale sarà ben oltre 45 dollari al chilo. È difficile, al momento, prevedere quali saranno gli effetti immediati delle tariffe”.


di Ugo Elfer