Il giogo fiscale e il regalo alle banche

Voilà, concittadini, ecco a voi la novità: sul binario fiscale sono in arrivo per direttissima oltre che nuove tasse, restrizioni, penalità e controlli (per non dire schedature) a tutti quelli che decideranno di usare per i pagamenti la moneta italiana ufficiale, costituzionalmente tutelata.

Insomma, il Governo, non potendo vietare l’uso del contante (perché se potesse lo farebbe volentieri), ha deciso (così sembra) di favorire l’uso di quello elettronico, garantendo sconti e bonus fiscali su una serie di pagamenti.

Per farla breve, saranno riconosciuti vantaggi nelle forme che vedremo solamente alle persone che faranno ricorso ai bancomat, carte di credito, bonifici, per saldare una serie di prestazioni e forniture, per la casa o quel che sia. Si tratta ovviamente di una discriminazione tra chi pagherà in contanti e chi no, ovvero il modo stabilito dal Governo per combattere l’evasione e recuperare gettito, perché per l’Esecutivo i presunti 100 miliardi di euro di tasse evase si nascondono dietro l’uso del contante.

Per la maggioranza, l’evasione non si cela dentro le multinazionali che fanno movimenti miliardari, nelle holding che spostano le sedi nei paradisi fiscali, nei giochi di fusioni e incorporazioni delle grandi aziende che consentono recuperi fiscali giganteschi o nelle operazioni estero su estero.

Per il Governo il mancato gettito non proviene dalla minuzia di tasse che pagano i titani del web, del commercio elettronico, del money transfer, dai bilanci taroccati dei colossi della finanza, ma proviene dai cittadini, dai negozianti, artigiani, liberi professionisti e piccoli operatori.

Ecco perché nel pensiero della maggioranza la linea d’influenza sulle tasse è quella di costringere la popolazione a dotarsi di strumenti bancari per godere sia di vantaggi fiscali e sia di non essere segnalati alle “Entrate”, alla faccia della libertà economica. Come se non bastasse, questa logica porterà non solo un aggravio per commissioni, perché seppure ridotte nelle intenzioni del Governo, una parte ci saranno sempre, ma garantirà alle banche un aumento dei guadagni enorme. Evviva il quartierino.

Il titolone sarà pagare tutti per pagare meno, visto che per il Governo a non pagare le tasse è sempre il cittadino, sul resto silenzio, nessun accenno ai motivi veri per i quali da noi il problema fiscale è tanto grande da aver condotto ad una lotta perenne fra amministrazione e contribuenti. Silenzio sul fatto che se l’imposizione è opprimente una reazione di sopravvivenza è conseguente, sul fatto che per fare i conti ci voglia uno scienziato e pure pazzo, perché di calcoli pazzeschi si tratta, sul fatto che la riscossione sia usuraria tra sanzioni e multe, per non dire delle cartelle pazze. Silenzio sul fatto che la prova sia in capo al cittadino, che se il fisco sbaglia non paga pure se costringe a file estenuanti e a perdere ore di lavoro, sull’obbligo di esibire la documentazione che è già in possesso dell’amministrazione, che il contribuente oltre che evasore sia considerato un valvassore.

Insomma, silenzio su tutto ciò che testimonia la ragione di un sistema tra i peggiori al mondo e che andrebbe riformato proprio per garantire contro l’evasione un successo assicurato; perché, sia chiaro, l’evasione va combattuta eccome, ma a partire dall’equità e dalla semplificazione fiscale.

Eppure pensate, il Governo aveva giurato di abbassare le tasse, e invece non solo le aumenterà ma conclamerà una nuova discriminazione all’interno della popolazione, una disparità di trattamento che sconfessa il giuramento. Ecco la novità.

Ora, che nessuno si azzardi a dire che destra e sinistra non esistano perché è una idiozia, la sinistra esiste e governa nel suo stile, tassa e spendi per pagare l’inefficienza del mostro statale, per spremere e opprimere la vita popolare, per spiare e colpire la libertà, l’intrapresa, lo sviluppo e la voglia di fare.

Aggiornato il 25 settembre 2019 alle ore 13:06