“È urgente rendere facoltativa l’applicazione degli Isa per il 2018”. Così il presidente dell’Unione giovani commercialisti (Ungdcec) Daniele Virgillito (nella foto) invita la classe politica a rivedere l’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità con cui l’Agenzia delle Entrate vuole favorire l’assolvimento degli obblighi tributari e incentivare l’emersione spontanea di redditi imponibili.

Dopo gli appelli che abbiamo fatto a maggio e agosto, spiega Virgillito, “vogliamo sottolineare che sarebbe perlomeno necessario rendere facoltativa l’applicazione degli Isa, permettendo però il mantenimento dei regimi premiali per i contribuenti virtuosi; dare la possibilità di adeguamento, per consentire l’elaborazione dei nuovi indici e la determinazione delle imposte che ne scaturirebbero, entro la presentazione dei dichiarativi; disapplicare il contenuto del Decreto ministeriale del 17 agosto 2018, nel caso i nuovi dati diano risultati peggiorativi per la posizione del contribuente”.

“Il decreto ministeriale di agosto viola i più elementari principi di uno Stato di diritto, oltre a prendersi di fatto gioco di chi, come noi, ha chiesto più volte almeno il rispetto dello statuto del contribuente”, fa notare il presidente dei giovani commercialisti. “Tutto ciò – sottolinea Virgillito – è emerso in modo ancora più evidente dalle comunicazioni che la stessa Agenzia ha inviato agli intermediari, ammettendo candidamente che le precompilate Isa sono sbagliate e i calcoli tutti da rifare”.

L’Ungdcec si mostra molto preoccupata per il futuro: “I giovani professionisti, sempre poco ascoltati in questo Paese, lo sono stati ancora meno durante il Governo giallo-verde e adesso abbiamo tanta paura che la situazione non migliori”.

Così il presidente del sindacato più rappresentativo della categoria, con i suoi 12mila iscritti in tutta Italia, rivolge un appello: “Chiediamo alle associazioni datoriali e a tutte le voci che fanno parte del coro dei contribuenti, di unirsi alla nostra protesta affinché le istituzioni si rendano conto che il Paese ‘reale’ non si arresta nell’attesa che si costituisca un nuovo Governo o vengano indette altre elezioni”.

Aggiornato il 02 settembre 2019 alle ore 17:30