Virtualizzare casa e risparmi: l’obiettivo del turboconsumismo

venerdì 2 agosto 2019


È utile rammentare alla gente che la Lira era una moneta di proprietà del popolo italiano spendibile al portatore, mentre l’Euro è una divisa emessa a debito e la cui titolarità è del cosiddetto “Sistema bancario europeo” (Sistema europeo delle banche centrali, Sebc).

Per consolidare gli attuali poteri bancari ed il loro virtuoso rapporto con i gestori (davvero pochi) del capitalismo è stata strutturata una politica (e delle norme) che spinga i cittadini alla disaffezione da patrimoni e risparmi. La disaffezione dal risparmio è addebitabile a “Basilea 2” ed a tutta la congerie di normative bancarie recepite dall’Unione europea. Normative che nel tempo s’ipotizza finiscano con l’appaltare i dicasteri economico-finanziari al “sistema bancario”.

Di fatto oggi le banche sono dei sostituti d’imposta e anche le sentinelle del sistema tributario: segnalano agli uffici delle Entrate se un cittadino ha enormi provviste sul conto corrente, se effettua continui versamenti per contanti, se acquista titoli compulsivamente e, soprattutto, se effettua spese in cui si ravvisi il lusso. Ne deriva che l’uomo della strada abbia risposto rispolverando la provvista per contanti, occultata nell’antico “paradiso domestico” (il soldo sotto il mattone). Ma questa spinta ad indagare sul risparmio degli italiani ha anche incrementato la disaffezione dal risparmio, dal salvadanaio, dalla casa costruita tirando la cinghia. Così la virtualizzazione della moneta (sempre più elettronica) ha ucciso la propensione al risparmio: la moneta intangibile da tanto idea d’effimero. Soprattutto i cittadini più giovani reputano il risparmio non più una bella cosa: non dimentichiamo che, la segnalazione alle forze di polizia di provviste di denaro contante oltre i 3mila euro potrebbe prevedere la perquisizione, come già avviene per fondato sospetto d’occultamento d’armi e droga (art. 41 T.L.P.S.).

Quindi il risparmio è bello e liquidato. Ora i poteri bancari puntano a virtualizzare il mattone, e con leggi che spingano il cittadino a vendersi casa. La mattina del 28 luglio del 2015, il senatore a vita Mario Monti dichiarava nel corso del programma Rai Agorà (in onda su Rai Tre) che “quando c’è la casa di proprietà, c’è meno mobilità nel Paese, il mercato del lavoro è meno mobile (…) e se noi vogliamo continuare ad avere una scarsa mobilità e giovani che vivono a lungo con i genitori e le caratteristiche che fanno dell’Italia un Paese poco competitivo, allora andiamo avanti a dare un trattamento privilegiato sulla casa”. Bruciare la casa, virtualizzarne il ricavato trasformandolo in moneta elettronica. Quindi spingere il cittadino-contribuente ad investirne il ricavato in titoli, Borsa, fondi e forme d’investimento che volatilizzino ogni sacrificio.

Il connubio tra normative fiscali e bancarie mina la stabilità economica del cittadino, attaccando ogni forma di tesaurizzazione o d’accantonamento, sino alla criminalizzazione dell’investimento immobiliare.
Tutto diventa fluido, mobile, virtuale: tutte le merci hanno una scadenza tecnica, devono essere aggiornate alle normative euro (elettrodomestici, auto, telefoni…). I cittadini che non hanno moneta bastevole ad aggiornare le varie merci, vengono pian pianino marginalizzati, sino a ritrovarsi sul fatidico viale del “percorso d’esclusione sociale” (che tramite sociologi e psicologi ci consigliano d’accettare supinamente, acriticamente).
Del resto Zygmunt Bauman nell’elaborare il concetto di “modernità o società liquida” aveva previsto che i popoli dell’intero pianeta occidentalizzato sarebbero stati tutti precarizzati, con la sola eccezione degli appartenenti al potere finanziario mondiale.

Questa analisi vede lo scrivente perfettamente in linea con quanto asserisce Diego Fusaro: mirano a dissolvere “l’eticità di matrice hegeliana”, il fine è minare la stabilità lavorativa, sociale, sentimentale... la capacità dell’uomo di fare comunità politica. Privati dal progetto di famiglia e di lavoro stabile (fosse anche la bottega artigianale), diventiamo tutti soggetti disponibili ad una continua migrazione alla ricerca di un lavoro, di una sopravvivenza che economicamente non ci consentirebbe mai il minimo accantonamento, il risparmio. Ecco che non solo la politica, ma anche la famiglia e le speranze vengono esposte all’insindacabile volontà dei mercati.

Mario Monti veniva imposto dall’Unione europea per sradicare l’identità economica italiana, fatta di piccole botteghe, case di proprietà, risparmio, lavoro in economia. Oggi il progetto continua, ed attraverso i fondi (uno per tutti, Black Rock) stanno cannibalizzando l’Italia. Tra qualche mese non potremo più prelevare quattrini dai nostri conti presso gli sportelli bancari, e perché c’imporranno di prenotare “on-line” la somma (anche per meno di 100 euro) perché chiuderanno molti sportelli bancari. Poi già pensano alla Bolkestein due, ovvero la nuova direttiva dell’Ue (relativa ai servizi nel mercato) che vieterebbe la compravendita dell’usato: la nuova direttiva mirerebbe a vietare la compravendita di veicoli e merci usate, favorendo il ritiro delle merci dalle aziende solo a fronte dell’acquisto di prodotti nuovi. Una tempesta turboconsumistica che escluderà dalla normale qualità della vita milioni di cittadini. Più che progresso si dovrebbe parlare di barbarie tecnologico-finanziaria e spiace che la politica la subisca senza minimamente opporsi.


di Ruggiero Capone