La catastrofe finanziaria

Da un anno il giornalista Paolo Di Mizio cerca di allertare gli italiani circa il rischio concreto di un imminente attacco speculativo: un’aggressione finanziaria senza precedenti, soluzione finale che ridurrebbe in economicamente acefalo il Belpaese. Condizione del resto più volte auspicata dal banchiere e politico tedesco Wolfgang Schäuble, l’abile politico tedesco che ha garantito la longevità istituzionale di Angela Merkel.

Secondo Di Mizio, “la speculazione è semplicemente la legge del capitale, che persegue un unico fine, ossia usare i soldi per fare altri soldi”. Secondo altri sarebbe già stato dato un ultimatum alla classe dirigente italiana sul finire del Governo Gentiloni, con la fatidica visita di George Soros (ricevuto in segreto e con la dignità di un capo di Stato) che esponeva le ragioni della grande speculazione internazionale. Ma Di Mizio e gli altri concordano tutti sul fatto che oggi l’Italia sarebbe la preda ideale, pronta ad essere sbranata ed utile a riempire la pancia dei “grandi capitali di ventura”.

Attualmente all’Italia, complici i poteri bancari europei, manca l’autonomia di manovra per far fronte muscolarmente ad un attacco speculativo: l’indipendenza di movimento viene impedita dall’obbligo di soggiacere ai vari vincoli Ue. Questo agosto 2019, più della scorsa estate, incuberà il clima ideale che consente ai grandi speculatori internazionali di fare propri i titoli delle ultime aziende italiane. Considerata la scarsa liquidità italiana, compreranno il Paese con pochi soldi.

Il prossimo attacco speculativo sarà molto più forte di quello del 2011, che lo stesso Di Mizio più volte ci ha rammentato. Infatti, nel 2011 Silvio Berlusconi poteva tentare una “grosse koalition”, invece oggi nessuno intende soccorrere il Governo giallo-verde, nella convinzione che stare all’opposizione (sempre più aventiniana) permette di non rimanere con le dita sotto la lastra d’una depressione catastrofica. Ecco perché l’abbraccio mortale tra Lega e 5 Stelle non può infrangersi: lo stesso Sergio Mattarella li vuole abbracciati sino alla morte. Invece, nel 2011 Berlusconi aveva ben più ampi spazi di manovra, ma reputava l’Italia capace di poter reagire a qualsivoglia fortunale, soprattutto non voleva dare l’idea che il governo di centrodestra si piegasse al cospetto dei mercati.

“L’attacco speculativo - rammenta Paolo Di Mizio - fu devastante. Non cominciò ad agosto come previsto, ma addirittura negli ultimi giorni di luglio. Per l’Italia ebbe inizio un calvario quasi mortale, una crisi che fu fermata soltanto nel luglio del 2012 dalle parole pronunciate da Mario Draghi a Londra come presidente della Banca centrale europea”.

E non è certo un mistero che un fondo come Atlantia (che ha in pancia le Autostrade ed ora anche Alitalia) potrebbe, grazie alla tempesta finanziaria, prendere anche Trenitalia e tutta la rete del trasporto su rotaia. Ed è solo uno dei tanti esempi, perché gli occhi di alcuni colossi sono puntati su sanità pubblica ed enti previdenziali.

Quando la tempesta s’abbatterà, l’Esecutivo non avrà nemmeno più le risorse per portare a termine il cantiere della Tav. L’Italia sarà lasciata sola dall’Europa, perché le nuove presidenze Ue e Bce non garantiscono alcun miglioramento nei rapporti tra Italia e poteri finanziari europei. Poi le direttive dei poteri bancari mondiali vanno nella direzione di trattare l’Italia ben peggio della Grecia. Ursula von der Leyen (oggi vertice Ue) è legata politicamente ad Angela Merkel ed ideologicamente ai vertici delle società di rating (finanziarie che hanno sperimentato in Grecia il sistema moderno per far fallire una nazione), quindi lavora per ridurre nell’angolo il Belpaese. L’Ue reputa che sopra allo Stato debba regnare il mercato e le sue regole finanziarie: di fatto l’Italia è oggi in una camera di tortura, le cui pareti vengono fatte scorrere sino a stritolare il malcapitato. Le pareti che schiacciano l’Italia sono visibili nella politica fiscale, monetaria e bancaria imposta dal duo Ue/Bce e dalla politica migratoria imposta dalle multinazionali.

Economia e demografia vanno a braccetto dai tempi dell’Enciclopedia: trecento anni fa era come oggi, si guardava al settore primario (l’agricoltura) per correlare fabbisogni e produzioni. In economia come in fisica ed in chimica nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. Qualcuno obietterà che le banche oggi fabbricano moneta elettronica dal nulla. E allora, ai tanti italiani che hanno ancora qualche soldino da parte, non rimane che occultare i risparmi in un luogo sicuro e lontano dalle banche. È giunto il momento di aspettare che passi questa tormenta finanziaria: ben nascosti ed in letargo, pregando l’Italia possa risorgere.

Aggiornato il 01 agosto 2019 alle ore 12:05