De Rita: “L’Italia deve ritrovare la sua spinta vitale”

giovedì 1 agosto 2019


Secondo Giuseppe De Rita al nostro Paese “manca quella fiamma imprenditoriale che ci ha fatto crescere”. Per il sociologo, che da cinquant’anni guida il Censis, “se il Pil non si muove, non ci si può avvitare intorno ai numeretti”. De Rita deve “confessare che questa storia del Pil che cresce o non cresce mi ha un po’ stufato. Ho l’impressione che ci avvitiamo intorno a quei numeretti sempre più tristi e non riusciamo a capire il Paese dove sta. Il numeretto è giusto perché poi a livello internazionale è quello su cui ti giudicano, e so bene che con una crescita del 2 per cento risolveremmo il problema del debito, tuttavia penso che non sia la questione centrale di questo Paese”.

Secondo il sociologo, “agli italiani manca una chimica vitale, quel fuoco che in passato ha fatto rinascere il Paese dalle macerie della guerra. Oggi è questo fuoco che manca, la spinta dal basso a camminare e crescere, la fiamma imprenditoriale e la fiamma dell’innovazione tecnologica. Certo, lo ‘zero virgola’ del Pil è la fotografia di tutto questo, ma io preferisco concentrarmi sull’esaurimento di una spinta vitale”.

Intanto, Antonio Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, s’interroga sulla possibilità di istituire una banca per gli investimenti a sostegno del rilancio del Mezzogiorno. “Sono anni – sottolinea – che ne sento parlare. Ricordo che il prossimo 4 novembre festeggeremo i cinque anni dalla nascita della vigilanza unica europea sulle banche e che le autorizzazioni alla nascita di nuove banche le dà solo Francoforte. Dal momento però che viviamo in un’Europa dalla sfrenata concorrenza bancaria, ognuno è libero di produrre le iniziative economiche che ritiene più opportune”.

Per Patuelli, “le banche non frenano nella concessione di mutui e prestiti a imprese e famiglie, al nord o al Sud dell’Italia. Se il cavallo bevesse, i tassi del denaro non sarebbero così infimi. In altre parole, c’è un’abbondanza di liquidità enorme, con una concorrenza sfrenata tra le banche per chi ha merito di credito. Il cavallo non beve perché il Paese ha perso da tempo la fiducia in sé stesso. Basti considerare il numero dei giovani che sperano di andare a lavorare all’estero”.


di Michele Perseni