La giustizia contributiva

Pare ormai quasi certo che - per onorare le pressioni comunitarie - si riaprirà il confronto sulla tassazione della prima casa. Il che, non è affatto escluso, porterà i nostri sovranisti a reintrodurre un ulteriore balzello fiscale. Sì aprirà - a quel punto - un acceso confronto: di cui vorremmo, nel modo più semplice possibile, definire la distinzione tra tassa e imposta, perché nessuno possa dire “ah, non lo sapevo”.

Prima di tutto andrebbero delimitati esattamente gli ambiti operativi della riforma. La tassa è quella forma contributiva che esplicita un atto di giustizia contributiva afferente il pagamento di Istituzioni e di servizi generali e indivisibili, che lo Stato eroga alla collettività.

L’imposta serve, invece, a coprire le spese che sono necessarie - soprattutto a livello locale - per coprire il reale vissuto comunitario ed essa garantisce pure una tutela per i meno abbienti (che hanno il diritto di usufruire di tutta una serie di esclusioni e riduzioni), che godono dello stesso servizio che hanno i più ricchi.

Di tal guisa la giustizia contributiva che la tassa per eccellenza - l’Irpef - in via immediata supporta (seppur essa sia stata in qualche modo “imbastardita” da tutta una serie di imposte aggiuntive locali) è un campo in cui l’Italia brilla per evasioni/elusioni: il che colloca il nostro cittadino o imprenditore tra i soggetti meno virtuosi in Europa. Non ci salviamo neppure con riferimento alle imposte - tipicamente locali - perché qui alla evasione/elusione si aggiunge pure la scarsa qualità (e Roma in queste settimane è l’esempio) del servizio reso.

Perché se l’imposta va riferita a una prestazione concreta ed essa comprende pure forme di assistenza previdenziale (anzianità, disabilità, povertà) di sua riduzione o esenzione, non dovrebbe esservi dubbio alcuno sul fatto che una vera riforma fiscale dovrebbe toccare ognuno di questi aspetti e non limitarsi al generico, solitario, concetto di “Flat tax”.

Riusciranno i nostri eroi a fare un lavoro serio e profondo? O ci sarà propinato un guazzabuglio di balbettii di destra e di sinistra mixati insieme a mo’ di cocktail?

Aggiornato il 12 luglio 2019 alle ore 11:08