Bevilacqua: “Georgia, sistema economico efficiente sulla Via della Seta”

“Un Paese strategico tra il Mar Nero e il Mar Caspio dove, tra vicini dimensionalmente più grandi, diversi storicamente, a volte ‘ingombranti’, alcuni dei quali più ‘fortunati’ quanto a risorse del sottosuolo, ha saputo ritagliarsi, con non poche difficoltà, una sua collocazione ‘economico-esistenziale’ ben precisa”.

È l’analisi di Nunzio Bevilacqua, giurista d’impresa ed esperto economico internazionale. “Si tratta – continua – di un ordine fatto di dialogo regionale azero-turco, nel quadro della valorizzazione del suo ruolo di Hub commerciale Est-Ovest, anche nell’ottica della Belt and Road Iniziative del presidente Xi Jinping, di implementazione, oggi tentativo di conservazione, dell’importante settore turistico russo e dell’export di vino verso il medesimo Paese”.

Bevilacqua ha preso parte al Georgia-Italy Business Forum, tenutosi il 4 luglio nella capitale georgiana Tbilisi e che ha visto, accanto ad un parterre d’eccellenza di imprese italiane guidate dall’ambasciatore Antonio Bartoli, la partecipazione non solo di aziende ma anche di autorità georgiane, quali il vicepremier e ministro dello Sviluppo Regionale e delle Infrastrutture Maia Tskitishvili e il ministro dell’Economia e dello Sviluppo Sostenibile Natia Turnava.

Per Bevilacqua, “la Georgia rappresenta dei settori economici non utilizzati da ‘vicini regionali’, quale quello dei giochi con l’indotto alberghiero, di realizzazione di un modello di politica economica fatta di incentivi alla produzione (anche con zone franche) semplificazione, trasparenza dell’azione amministrativa e prevedibilità fiscale con molteplici Flat tax, ancora più singolari, se pensiamo derivanti da un Paese che, benché di ‘marcata ambizione’ europea, non è propriamente europeo”.

Secondo Bevilacqua, “le iniziative, alcune delle quali già partite, che possono vedere coinvolte aziende italiane sono certamente quelle gravitanti attorno all’infrastruttura multimodale, viaria-ferroviaria con una particolare attenzione a tutto ciò che è lo sviluppo-progettazione, realizzazione infrastrutturale ed efficientamento dell’esistente; i porti di Poti e Batumi potrebbero richiedere attività qualificate del Made in Italy oltre a tutto l’indotto di quello futuristico, a più alto pescaggio del Mar Nero ed ancora in costruzione, di Anaklia ed infine il settore turistico alberghiero, sia costiero che montano, con notevole necessità di implementazione l’efficienza idroelettrica”.

Per il giurista, “il quadro della Georgia, che attraverso le sue autorità ha manifestato una grande apertura e disponibilità a rafforzare i legami economici con l’Italia, con tutta l’assistenza che si renda necessaria, è quello di un Paese, che ha saputo mostrare un grande esempio di crescita, non solo economica, ma ‘qualitativa’ di un apparato politico che vuol dare non solo fiducia agli investitori ma anche garanzie di sicurezza e remuneratività”.

In conclusione, “l’apertura al commercio internazionale, nel quadro di molteplici accordi di libero scambio che ampliano sostanzialmente di molto il mercato potenziale, la crescita mediamente elevata e costante, il loro riferimento all’Europa come stella polare e infine la possibilità di dialogare direttamente con le strutture, nell’ottica di una prevedibilità e accompagnamento dell’azione amministrativa, fanno questo Paese non solo Business ma anche Italy Friendly”.

Aggiornato il 08 luglio 2019 alle ore 13:35