Deutsche Bank: rivoluzione del sistema bancario

Per la Deutsche Bank è scattato un grande piano di ristrutturazione che consisterà in un taglio di 18mila posti di lavoro entro il 2022. La prima banca tedesca ha comunicato dati non lusinghieri che nel corso dell’anno comporteranno perdite nette di 2,8 miliardi di euro costringendo così il gruppo a misure drastiche.

Per correre ai ripari ha così previsto, oltre al forte ridimensionamento del personale, l’uscita dalle attività azionarie di trading e di investment banking con una concentrazione sulle attività tradizionali di una banca quali la gestione del risparmio, consulenza, finanziamento e operazioni su mercati valutari.

Di fatto la banca tedesca ha attuato una misura al centro di dibattiti politici e finanziari da anni: la previsione del principio della separazione bancaria introdotto per primo dal presidente degli Stati Uniti Roosvelt con il Glass-Steagall Act in risposta alla crisi finanziaria che nel 1929 mise in ginocchio le principali banche americane. La legge imponeva una netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento che non potevano più essere esercitate dallo stesso intermediario e si proponeva in tal modo di arginare le speculazioni finanziarie alla base della crisi. Separando le banche commerciali da quelle di investimento si voleva che l’economia reale non fosse dipendente dalle turbolenze dei mercati finanziari e che il fallimento dell’intermediario speculatore non comportasse il fallimento della banca ove riponevano fiducia i risparmiatori.

Negli Stati Uniti la legge fu abrogata nel 1999 da Bill Clinton con l’approvazione sia dei democratici che dei repubblicani e la crisi planetaria dei mercati finanziari conseguente al crac di Lehman Brothers forse sarebbe stata evitata in vigenza di norme mutuate dallo Steagall Act.

In Italia la legge bancaria voluta da Giuliano Amato nel 1993 ha abrogato la differenzazione tra banche commerciali e banche di investimento – esistente dagli anni Trenta per volontà di Alberto Beneduce – e ha creato la cosiddetta banca universale che ha consentito la costruzione di grandi gruppi bancari che non si sono potuti sottrarre alla crisi globale del 2008.

Derivati, subprime, speculazioni di ogni tipo hanno condotto all’istituzione del bail-in, misura di tutela opposta allo spirito dello Steagall Act, che coinvolge il risparmiatore nell’eventuale fallimento della propria banca.

Il Presidente Donald Trump, da costruttore concreto, per porre fine al mondo fittizio della finanza aveva inserito nel programma elettorale il ripristino della legge Steagall, ma al momento non è riuscito a smantellare un sistema troppo forte sostenuto dai più grandi finanzieri del mondo.

In Italia molti disegni di legge a partire dalla XVI legislatura, dapprima a firma Conti (Forza Italia) poi Meloni (Fratelli d’Italia) e infine nell’attuale legislatura a firma Bertacco (Fratelli d’Italia) e Villarosa (Movimento 5 Stelle) si sono proposti l’obiettivo, ma alcun iter è ancora andato a compimento.

Può darsi che l’iniziativa tedesca sia di viatico ad un nuovo corso.

Aggiornato il 08 luglio 2019 alle ore 13:17