Malta, la sua ricchezza e la lotta alla disinformazione

La splendida isola nel cuore del Mediterraneo è da sempre oggetto di attenzione da parte della stampa e degli imprenditori italiani per i suoi vantaggi fiscali e per le opportunità economiche che tale “hub” genera tra Nord Africa e il Sud dell’Europa.

L’isola vive da sempre il pregiudizio fiscale e l’accusa di essere un Paese del riciclaggio e dell’evasione. La realtà è ben diversa. Malta, è pienamente integrata nella Comunità Europea, dal 2004. L’isola non è in alcuna Black list, avendo aderito a tutti i trattati europei riguardati lo scambio d’informazione fiscale, l’antiriciclaggio, le norme sulla concorrenza e sulla privacy. Sono stati stipulati ben 72 trattati per evitare la doppia imposizione con altri Stati Sovrani e le procedure per l’apertura e l’operatività di società sono trasparenti e veloci, ma senza lasciare spazio ad interpretazioni opache.

Come ben descritto da Sergio Passariello, blogger, consulente aziendale per “Malta Business” e  profondo conoscitore dei legami tra l’Italia e Malta, la “legislazione è basata sul common law, di derivazione anglosassone, quindi il panorama delle leggi e dei regolamenti hanno più certezza e meno interpretazione. La lingua inglese, che è nazionale, facilità enormemente gli scambi commerciali e la capacità di dialogo. Un sistema educativo ed universitario che ha recepito completamente la Convenzione di Bologna, pone l’Isola nella condizione di poter diventare un ottimo hub educational. Malta è membro effettivo del Commonwealth, oltre che essere in Europa, un mercato che conta 2,5 miliardi di cittadini, che parlano la stessa lingua, che si basano sugli stessi principi sociali e legali”. Importante sottolineare che i benefici concessi a chi investe a Malta sono stati negoziati con l’Unione europea ed hanno superato l’esame dell’Ocse.

Non si tratta di speculazione sulla tassazione e concorrenza sleale con gli altri Paesi, l’aliquota media è del 35 per cento, ma si tratta di un incentivo fiscale che restituisce ai soci, parte della tassazione, per aver investito nello Stato maltese. Incentivi fiscali che nelle diverse modalità ogni Stato aderente all’Ue stabilisce in relazione agli investitori stranieri, quindi nulla di illegale e opaco. Inoltre, secondo i recenti dati 2018 pubblicati dal National Statistics Office, l’ufficio nazionale di statistica maltese, gli investimenti per opera di stranieri sono incrementati di 448 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2017. Più del 80% di tali investimenti proviene dalla finanza e dalle assicurazioni. Nel 2017 Malta si è classificata terza in Europa per tasso di disoccupazione più basso, pari al 4%, rispetto ad una media dell’Eurozona pari al 9,1%. Positivo anche il dato sulla disoccupazione giovanile, registrata al 10,3% tra i giovani con meno di 25 anni contro una media europea del 18,9%. L’economia maltese è altamente terziarizzata. Oltre un quarto del Pil è legato al turismo, seguito da servizi finanziari (circa il 15%) e gioco on-line (12%). Altri settori di attività prevalenti sono i servizi marittimi e di navigazione, il comparto del trasporto aereo, quello medico-sanitario e farmaceutico.

Da evidenziare, inoltre, l’espansione del settore tecnologico (Ict) e digitale. Inoltre, importante è ribadire che l’Isola è al primo posto nella classifica dei Paesi europei in tema di infrastrutture digitali. Malta risulta essere il primo Stato membro ad aver raggiunto tutti gli obiettivi dell’agenda digitale con una copertura universale sino a 100 mbps, ma che con i suoi 400mila abitanti non può essere paragonata agli altri Paesi europei.

Aggiornato il 08 aprile 2019 alle ore 16:02