Il grido d’allarme (inascoltato) delle imprese alla Raggi

Non è una dichiarazione di guerra, ma suona come un ultimatum quello lanciato dalle sette principali associazioni imprenditoriali di Roma alla giunta comunale guidata da Virginia Raggi.

“No all’immobilismo della Capitale. Siamo di fronte a un punto di non ritorno, c’è necessità urgente di decisioni e azioni concrete non più rinviabili”, avvertono Acer, Coldiretti, Confcommercio, Cna, Confesercenti, Federlazio e Unindustria, esprimendo “un grandissimo malcontento” per lo stato della città. Sul libro nero delle imprese finiscono i problemi dei trasporti, con tre stazioni metro chiuse nel cuore di Roma, il “degrado” cittadino, “l’assenza di cantieri e di gru” e di prospettive di sviluppo. “Lavoro e sviluppo economico sono le nostre priorità - replica l’assessore allo Sviluppo economico di Roma, Carlo Cafarotti - Spiace constatare come qualcuno si faccia portavoce di critiche a soluzioni sinora inedite, e in ogni caso mai proposte da predecessori e attori di filiera. Ci aspettiamo quindi che a tanta solerte polemica, faccia da contraltare un contributo parimenti concreto da parte delle Associazioni, con le quali il dialogo - ribadiamo - è sempre aperto. Lo storytelling sul declino di Roma, tanto in voga fra gli industriali e certa stampa, è inutile e poco costruttivo”.

Nella conferenza unitaria convocata sul tema, è il presidente di Unindustria Filippo Tortoriello a tirare le fila: “Questa è la prima conferenza stampa in cui le associazioni che rappresentano il 70 per cento del Pil e l’80 per cento delle imprese della città metropolitana lanciano un grido d’allarme relativamente alla stasi nella città di Roma. Ci sono problematiche che tutti i giorni determinano una situazione di incertezza e disagio, dalle stazioni metro che non funzionano al decoro, dai rifiuti alla viabilità”. Per Nicolò Rebecchini, presidente dei costruttori Acer “non si può continuare in questa situazione, senza un cambio passo. Non è nostro ruolo chiedere dimissioni, noi chiediamo a Raggi un moto di orgoglio. Per ora registriamo l’assenza di risultati. Si discute di autonomie a livello nazionale e Roma rischia di perdere ulteriori funzioni. Ci auguriamo che la sindaca faccia valere il ruolo della Capitale”.

Molto critico anche il numero uno della Confesercenti Valter Giammaria: “La sindaca non ci ha mai convocati unitariamente. Noi non vorremmo scendere in piazza, ma non ci saranno risposate è l’extrema ratio. Le imprese chiudono a migliaia ogni anno e nessuno fa niente. Moriamo nell’indifferenza della politica. Non si può stare più fermi. Tutto il Governo dovrebbe intervenire”. Bocciato dai rappresentanti degli imprenditori anche il progetto ‘Fabbrica Roma’ lanciato dalla sindaca Raggi per lo sviluppo economico della Capitale: “È il nulla”, sentenzia Tortoriello. E dalla Cna il presidente locale Michelangelo Melchionno gli fa eco: “Non si è concretizzato. Questa è ultima chiamata”.

Aggiornato il 01 aprile 2019 alle ore 18:45