Latte: dilaga la protesta in Sardegna, Governo in campo

martedì 12 febbraio 2019


C’è una prima risposta del Governo alla protesta dilagante dei pastori sardi per il crollo del prezzo del latte. Il 21 febbraio a Roma è stato convocato il tavolo di filiera. E per la prima volta ci saranno anche gli allevatori dell’Isola. Qualche giorno prima, il 19, la vertenza della Sardegna approderà anche a Bruxelles. Sono gli impegni presi dal premier Giuseppe Conte e dai ministri dell’Agricoltura e per il Sud, Gianmarco Centinaio e Barbara Lezzi, dopo un colloquio di un’ora con i pastori, appena sbarcati all’aeroporto militare di Decimomannu. L’annuncio ufficiale del tavolo arriva in Prefettura a Cagliari, dove Conte è intervenuto a presentare il piano di investimenti e sviluppo per il capoluogo. Ed è il presidente del Consiglio a parlare: “Abbiamo incontrato una delegazione di allevatori, in particolare del Movimento pastori sardi. Il 21 febbraio alle 11.30 ci sarà un tavolo di filiera al quale prenderanno parte per la prima volta anche i pastori della Sardegna. E adesso saranno allo studio delle misure per venire incontro alle loro richieste”. L’annuncio è apprezzato. Ma non convince gli allevatori a sospendere le proteste. “Tutti molto disponibili, ci hanno ascoltato per un’ora, ma siamo lontani dal trovare una soluzione - dice Felice Floris, leader del movimento pastori - Il Governo è attento, e noi lo ringraziamo, però ci servono risposte in tempi brevi. Per questo i presidi si intensificheranno nei prossimi giorni: noi non molliamo”.

Il ministro Centinaio assicura: “Troveremo una soluzione, chi vi ha comprato il latte sottocosto pagherà sanzioni”. Poi lancia un appello: “È opportuno interrompere i presidi almeno fino al 21 di febbraio. E vediamo chi ha buona volontà e chi no”.

Quanto al ruolo del Consorzio, interviene la ministra Lezzi: “È necessario compiere una verifica rispetto all’attivazione delle quote latte - spiega - Allo stesso tempo è auspicabile una mediazione con le aziende di trasformazione per giungere a una rapida soluzione della vicenda”. Torna sulla vertenza, durante una conferenza stampa alla Camera, il vicepremier Matteo Salvini. “Ritengo debba esserci un prezzo minimo del latte ovino fissato per legge, così come accade in altre filiere, per evitare che ci sia qualcuno che specula. Se non arriva la Regione, deve arrivarci lo Stato”.

Ma la tensione è ancora alta. Ieri mattina un autotrasportatore è stato bloccato da 15 uomini incappucciati a Burcei, a pochi chilometri da Cagliari. Dopo aver accerchiato il mezzo, hanno costretto l’autista a restare all’interno, mentre il gruppo ha aperto le valvole del camion e versato circa 3mila litri di latte sulla strada. A Villacidro, invece, circa 200 manifestanti si sono radunati in piazza Lavatoio ripetendo lo stesso “rito”. Manifestazioni analoghe con blocchi stradali in tutta la Sardegna. Le istituzioni invitano alla calma. La gente, intanto, continua a solidarizzare con i pastori. Dopo il giocatori del Cagliari calcio, è toccato ieri ai cestisti della Dinamo Sassari: il loro pullman è stato bloccato pacificamente in strada, tutti sono scesi e simbolicamente hanno svuotato i bidoni del latte insieme agli allevatori. Anche Confindustria solidale, ma contro ogni forma di violenza.

“Le aziende sono fortemente minacciate e assediate in un clima che diviene sempre più incontrollato, con crescenti violazioni, ricatti e minacce che mirano a terrorizzare gli imprenditori, i lavoratori, i trasportatori e gli stessi allevatori che non aderiscono alla protesta”, denunciano i vertici dell’associazione. Nel frattempo la Cao Formaggi di Oristano, tra le maggiori produttrici di formaggi ovini della Sardegna, decide di sospendere ogni attività di produzione e distribuzione dei prodotti in segno di solidarietà con i pastori. È la prima ad adottare una misura di questo tipo. E oggi la protesta si sposta a Roma: una delegazione di allevatori sarà a Montecitorio con la Coldiretti nazionale.


di Redazione