Draghi: politiche insostenibili rischio per Eurozona

L’economia europea rallenta: potrebbe essere un fatto “normale”, “temporaneo”, che non impedisce alla crescita di “convergere verso il potenziale di lungo termine”. Se non fosse che i rischi restano “prominenti”. Inclusi quelli “che originano da politiche domestiche insostenibili che portano a debiti troppo alti”.

Il presidente della Bce Mario Draghi in audizione al Parlamento europeo parla poco di Italia, e solo per dirsi “fiducioso” in un accordo con la Ue. Ma sembra alludere spesso alla situazione del Paese, soprattutto quando elenca i rischi che corre l’Eurozona in una fase delicata come questa, dove il rallentamento è conclamato. “L’area euro area può essere esposta a rischi che originano da politiche domestiche insostenibili che portano a debiti troppo alti, vulnerabilità del settore finanziario e mancanza di competitività”, rischi che “possono contagiare Paesi con fragilità simili o forti legami con quelli dove il rischio è originato”, ha detto agli eurodeputati della commissione economica. Draghi ha ripercorso la storia dell’ultima crisi, la peggiore dopo quella del 1929, ricordando che i Paesi ne sono usciti imparando sulla propria pelle una lezione importante: “Il debito alto aumenta la vulnerabilità”. Infatti quando arrivò la recessione, i Governi “non avevano spazio di bilancio per intervenire”. Per cui ora che “abbiamo una ripresa e tassi molto bassi”, bisognerebbe “abbassare il debito” per trovarsi pronti di fronte al prossimo shock. Sembra un messaggio ritagliato sull’Italia, che invece ha pianificato una manovra in deficit spending. E ricorda che i rischi li corre prima di tutto il Paese stesso, che rischia di ripiombare nell’austerità: “Politiche insostenibili conducono alla fine ad aggiustamenti socialmente dolorosi e finanziariamente costosi”.

Ma rispondendo a una domanda sull’Italia, ribadisce: “Sono sempre stato fiducioso che un accordo possa essere raggiunto. Ho detto molte volte che i Paesi ad alto debito devono abbassarlo, perché riducendolo si rafforzano. Ma non aggiungo altro”. Draghi conferma poi lo stop al Qe a dicembre, ma “le incertezze chiedono pazienza, prudenza e persistenza nel calibrare la nostra politica monetaria”, quindi uno “stimolo significativo è ancora richiesto. Infine, sulle riforme dell’Eurozona rilancia il sostegno ad uno strumento di bilancio per “aumentare la capacità di assorbire gli shock”.

Aggiornato il 27 novembre 2018 alle ore 12:15