Inps: i conti che non tornano di Boeri

mercoledì 11 luglio 2018


Non c’è nessun rapporto tra immigrazione e monte contributivo. Anzi. Più immigrati si avviano al lavoro in Italia, più il monte contributivo si svaluta e decresce significativamente. Ogni immigrato regolare che paga i contributi (e tendenzialmente non li pagano perché, ad esempio, le colf pregano i datori di lavoro di dare loro il corrispondente dei contributi, dicendo e giurando sui figli che torneranno nei propri Paesi di provenienza, dove poi tornano davvero, ma solo dopo aver spolpato il datore di lavoro medesimo denunciandolo sul mancato versamento dei contributi, con causa legale già pagata per loro dagli avvocati che prendono la percentuale sul ricavato. I giudici rossi, incuranti della realtà, sentenziano contro gli italiani); si diceva, ogni immigrato regolare costa allo Stato italiano, cioè a noi tutti, 500 euro l’anno e non dà nessun sostegno ai conti dell’Inps.

La politica dei governi di sinistra non eletti degli ultimi anni è stata dissennata, togliendo e deprimendo le politiche di sostegno alla famiglia e alla procreazione e incentivando, al loro posto, la sostituzione degli italiani tramite incontrollate politiche di immigrazione falso buoniste. I dati reali indicano che, dovendo pagare la pensione ad esempio agli immigrati che oggi lavorano, i conti dell’Inps scoppiano, naufragano, non tengono. Matteo Renzi e il suo nefasto governo sinistro ha regalato agli immigrati regolari, ovviamente sempre accollandoli sul groppone di noi tutti, anche gli 80 euro. Gli immigrati regolari sono, dati alla mano (si leggano i dati corretti del demografo Blangiardo di Milano Bicocca), un costo incisivo e significativo per la collettività. Si aggiungano assegni di solidarietà assistenziale, case popolari, assistenza sanitaria totalmente gratuita tanto da fare desistere ed escludere di fatto ogni italiano bisognoso, asili nido che l’immigrato regolare trova mentre la mamma italiana no, e via dicendo.

Si comunichi al presidente dell’Inps Tito Boeri, nominato da Renzi su volontà di Romano Prodi (De Benedetti) e che dall’Inps riceve una lauta retribuzione che gli varrà la pensione d’oro che oggi chiama privilegio (per gli altri), che è in malafede, perché è difficile non arrivi a fare i conti della serva. Gli si comunichi che sono già quattro i milioni di ragazzi italiani all’estero, laureati e capaci. È necessario l’Italia metta in atto politiche di incremento della produttività, attivando i canali di rientro e, rendendo un servizio utile a tutti, passi in rassegna a una a una le posizioni degli immigrati regolari, rivedendole drasticamente e secondo equità.

Da tempo, e ancora adesso con il nuovo governo a quanto pare, si è in alto mare. Si facciano arrivare nelle tasche degli italiani i soldi regalati agli immigrati, si avviino le politiche utili a favorire la natalità in Italia come è stato fatto anni fa in Francia, dando liquidità, facilitazioni e servizi. Ogni famiglia francese ha almeno tre figli oggi grazie a quelle politiche. Renzi ha sistemato la moglie nella scuola pubblica per decreto, e dove sono gli asili promessi? Dove è la flessibilità degli orari di lavoro per aiutare le famiglie italiane e le mamme lavoratrici? Renzi così come gli altri governi non eletti di Monti, Letta e Gentiloni, hanno favorito l’immigrazione - regolare e irregolare - a danno della popolazione italiana.

L’Europa, oggi franco-tedesca, ha concordato con i governi sinistri mai eletti la realizzazione in Italia della invasione di immigrati irregolari tramite barconi e di immigrati regolari per fare del nostro Paese la Grecia. Stremarci a livello politico e sociale per depredarci a livello economico. Prodi e De Benedetti, Soros, vogliono tuttora l’Italia come un immenso campo profughi. Sulla pelle di noi tutti italiani.


di Francesca Romana Fantetti