Pirelli, Tronchetti: indipendenza e successo

Pirelli, a tre anni dal primo accordo con ChemChina, smentisce chi aveva profetizzato l’addio all’italianità e il vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera, consegnando ai soci il bilancio consolidato 2017 chiuso con un utile di 175,7 milioni (nonché un primo trimestre del nuovo anno con utili migliori delle attese a 92,4 milioni), può dire “c’è stata un’inversione di quello che molti avevano temuto”, è autonoma e “sarà autonoma finché avrà successo”.

È la prima assemblea dal suo ritorno in Borsa e il mercato festeggia i risultati archiviati con un rialzo del 4,34 per cento. “Abbiamo creato le premesse perché Pirelli abbia le caratteristiche di una public company (con l’allargamento a 15 e la nomina di Giovanni Lo Storto ora il board ha una maggioranza di consiglieri indipendenti, 8 su 15) con un azionista di maggioranza relativa sul mercato che cresce più velocemente al mondo” quello cinese. E ora che Cnc, a cui fanno capo le partecipazioni di ChemChina nei pneumatici (oltre a Pirelli, Prometeon e Aeolus) ha una guida italiana, Filippo Maria Grasso (tutt’ora responsabile delle relazioni istituzionali di Pirelli) “potrà usare la ‘cinesità’ per avere accesso più rapido nel mercato cinese”.

In questo momento Marco Polo, la società partecipata da ChemChina, Camfin e i russi di Lti, ha il 63,11% di Pirelli. L’impegno è quello di arrivare alla scissione totale entro 3 mesi dall’approvazione del bilancio 2017 di Marco Polo con i cinesi al 45,5 per cento, Camfin all’11,35 per cento e i russi di Lti al 6,24 per cento. Ora che la fase dell’integrazione è pressoché finita e tra fine 2018 e inizio 2019 dovrebbe anche ripartire l’integrazione tra Prometeon e Aeolus (rimasta in stand by in attesa delle autorizzazioni regolamentari). Pirelli nel 2018 “sta continuando a crescere: il bike, la digitalizzazione, il lancio dei sensori sono i nuovi sviluppi che devono creare valore” per una Pirelli che “mette le persone al centro con la tecnologia intorno” come l’ha descritta oggi Tronchetti.

La trasformazione digitale viene raccontata, anche attraverso arte e letteratura, nel Report sull’esercizio con le illustrazioni di Emiliano Ponzi che raccontano le storie di cinque giovani artigiani italiani 4.0 e gli spunti di riflessione sull’impatto del digitale nelle nostre vite offerte dagli scrittori Tom McCarthy, Mohsin Hamid e Ted Chiang. Sul tema della successione, infine, Tronchetti precisa che non è questione di nomi: “Abbiamo definito che cos’è importante, professionalità e leadership”, queste saranno le caratteristiche di chi prenderà in mano l’azienda quando il manager lascerà.

Aggiornato il 15 maggio 2018 alle ore 20:00