Muore Salvatore Ligresti, l’ingegnere di Paternò

martedì 15 maggio 2018


Se ne va a 86 anni Salvatore Ligresti. L’ingegnere di Paternò, in provincia di Catania, è venuto a mancare all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da giorni.

Proprio a Milano l’imprenditore ha fatto la sua fortuna cominciata dal settore immobiliare, ha cavalcato l’onda della Milano da bere dei socialisti di Bettino Craxi, entrando nei salotti della finanza sotto l’ala di altri siciliani, l’avvocato Antonino La Russa e il numero uno di Mediobanca Enrico Cuccia, per poi imboccare una parabola discendente con l’avventura di Fondiaria-Sai, conosciuta anche come Fonsai, finita come ultimo atto nelle mani di un’altra compagnia assicurativa: Unipol.

Una vicenda che oltre al carcere ha lasciato a Salvatore Ligresti e ai figli, Jonella, Giulia e Paolo, gli strascichi di vicende giudiziarie in parte non ancora concluse. Approdato nel capoluogo lombardo dopo la laurea, Ligresti ha fatto strada e fortuna. Partito da uno studio di progettazione, si sposa a 34 anni con Antonella Susini, figlia del provveditore alle opere pubbliche della Lombardia e nell’arco di vent’anni tesse relazioni nel mondo della finanza e degli affari per diventare negli anni Ottanta uno degli uomini più facoltosi d’Italia grazie alla ricchezza accumulata nel mattone. Nell’81 c’è un episodio mai ben chiarito: il sequestro della moglie a opera di mafiosi, che finisce con la liberazione della donna, dietro pagamento di un riscatto, e la morte, o la scomparsa, dei sequestratori.

Non passa molto tempo e don Salvatore finisce coinvolto nello scandalo delle aree d’oro legate all’acquisto a caro prezzo da parte del Comune di Milano di terreni agricoli dell’ingegnere. Da Tangentopoli l’uomo d’affari siculo viene travolto e si fa 112 giorni nel carcere di San Vittore. Ma riparte e, oltre a diventare più avanti socio di gruppi come Rcs e Unicredit, si amplia nelle assicurazioni con l’acquisto da Montedison di Fondiaria. Vince la battaglia ma il gruppo che dalla holding di famiglia Premafin include anche Sai e Milano Assicurazioni non ha lunga vita. Finisce sull’orlo del baratro e alla fine deve passare la mano. E finisce coi figli nel mirino delle procure di Milano e di Torino, dove resta fino all’uscita di scena.


di Redazione