Di riflesso ai mutamenti politici, economici e sociali che l’Unione europea ha registrato negli ultimi anni, era quasi data per scontata una revisione del quadro finanziario pluriennale (Multiannual Financial Framework) dell’Ue dopo il 2020.

La proposta, avanzata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e dal Commissario al Bilancio Günther Oettinger alla plenaria dell’Europarlamento, sicuramente introduce alcune innovazioni importanti. O per meglio dire, tiene conto di due eventi rilevanti che hanno segnato la storia contemporanea europea: l’adattamento dell’Ue senza il Regno Unito dopo la Brexit (che comporta una perdita di risorse di circa 15 miliardi di euro) e le nuove priorità sollecitate dagli Stati membri (prima tra tutte, immigrazione e sicurezza).

La Commissione europea ha quindi proposto un bilancio di 1.279,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, pari all’ 1,11% del Reddito Nazionale Lordo. Un po’ di più dei 1.087,1 miliardi di euro che erano stati stanziati per il quadro finanziario di bilancio in corso, 2014-2020, che rappresentava l’1,03% del Reddito nazionale lordo dei ventotto Stati membri.

Secondo la Commissione, infatti, per finanziare le nuove e urgenti priorità occorrerà agire sugli attuali livelli di finanziamento, ovvero aumentare gli investimenti in settori quali la ricerca e l’innovazione, i giovani, l’economia digitale, la gestione delle frontiere, la sicurezza e la difesa. Quindi, sarà raddoppiato il bilancio del programma “Erasmus+” e del corpo europeo di solidarietà. Al tempo stesso, però, la Commissione ha previsto risparmi a favore della Pac (Politica Agricola Comune) e della politica di coesione che subiranno una riduzione in entrambi i casi del 5 per cento circa.

Ovviamente la proposta di bilancio ha suscitato reazioni contrapposte da parte dei gruppi politici. Molto positiva è stata la reazione dei membri del gruppo del Partito Popolare Europeo (Ppe). “Soldi ben spesi. Questi investimenti, guidati da un principio di solidarietà, gioveranno il futuro di molti giovani europei. La proposta della Commissione è un buon punto di inizio per la discussione” ha dichiarato Manfred Weber, capogruppo del Ppe.

Critica, invece, la reazione del Partito Socialista Europeo (Pse). “Lotteremo affinché la politica di coesione non venga sacrificata. La proposta affronta nuove priorità sul fronte della difesa, immigrazione, ricerca e innovazione. Tuttavia, è lontano dalle nostre aspettative. Non si sta affrontando il tema delle divergenze territoriali, gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico” ha commentato la vice presidente al Parlamento europeo del gruppo Maria João Rodrigues.

Insomma, sembra chiaro che il percorso per l’approvazione del documento finanziario sarà tutto in salita. E le disapprovazioni da parte degli attori interessati alla Pac e al Fondo di Coesione (in primis, le Associazioni agricole di categoria e le Regioni) non lasciano ben sperare.

Tuttavia, a mitigare le preoccupazioni è stato lo stesso Günther Oettinger il quale ha dichiarato: “Quello che costituisce davvero il nucleo di questa proposta di bilancio è il valore aggiunto europeo. Investiamo ancora di più in settori nei quali i singoli Stati membri non possono agire da soli o nei quali è più efficiente operare insieme, come nei campi della ricerca, della migrazione, del controllo delle frontiere o della difesa. Contemporaneamente continuiamo a finanziare politiche tradizionali, ma ammodernate, come la politica agricola comune e la politica di coesione, visto che gli standard elevati dei nostri prodotti agricoli e il recupero economico delle nostre regioni vanno a vantaggio di noi tutti”.

Un obiettivo però sembra mettere d’accordo tutti. Nel breve periodo l’Europa dovrà dar vita a una stagione di riforme istituzionali ed economiche non più rinviabili, e il compromesso tra finanza e politica è l’unica via percorribile.

 

Aggiornato il 03 maggio 2018 alle ore 17:42