Dazi, il Parlamento Ue scongiura la guerra commerciale

Tanto tuonò che piovve. E le politiche commerciali protezionistiche del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rischiano di essere una vera tempesta per la politica economica europea. Infatti, l’introduzione dei dazi su acciaio e alluminio va ben oltre le “la tutela della sicurezza nazionale” come ha giustificato il presidente americano e, molto probabilmente, avrà ripercussioni sui rapporti diplomatici con i ventotto paesi membri.

Il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo, ne ha discusso ampiamente in seduta plenaria suggerendo non solo di mantenere vive tutte le opzioni sul tavolo nel caso in cui il dialogo dovesse interrompersi, ma esprimendo al contempo sostegno a possibili contromisure.

La commissaria per il Commercio, Cecilia Malmström, più espressamente ha dichiarato che “l’Ue non condivide l’idea di probabili guerre commerciali e se le esportazioni dell’Ue non saranno escluse dal campo di applicazione delle misure statunitensi, dovrebbe seguire una risposta ferma ma proporzionata”.

Insomma, la condanna delle scelte statunitensi è chiara. Non solo perché sono ingiustificate ma, soprattutto, perché sono contrarie alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Tuttavia, non sono mancati alcuni interventi in difesa delle posizioni americane spiegate dal fatto che anche l’unione doganale dell’Ue è protezionista, definendo quindi giusti gli sforzi del presidente degli Stati Uniti per proteggere i lavoratori dell’industria siderurgica statunitense.

Come si evolverà la situazione non è ancora chiaro. Ma è innegabile – e più di tutto, auspicabile – un atteggiamento unitario dell’Europa perché la salvaguardia del libero commercio e la solidità delle industrie siderurgiche europee rappresenta una quota importante degli investimenti a lungo termine previsti dalla stessa Unione europea.

Anche la Commissione europea, per voce del vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, spera che gli Usa esentino l’Unione europea dal piano di dazi definendo “strategica ed equa la partnership con gli Stati Uniti”.

 A questo punto, quello che rimane sul tavolo dei leader europei è una valutazione prettamente politica, nella speranza che questo sia soltanto un temporale di una già difficile stagione politica del tycoon americano.

Aggiornato il 16 marzo 2018 alle ore 10:28