L’oro blu dell’Uzbekistan

Secondo gli esperti politici e geo economici i paesi post sovietici saranno i maggiori esportatori di gas nel 2040 con Russia, Turkmenistan, Azerbaigian e Uzbekistan in prima fila nel dare il contributo maggiore a questa espansione. I gasdotti restano il principale veicolo per gli scambi di gas naturale nel periodo di previsione. Particolarmente sorprendete si sta svelando l’Uzbekistan. Recentemente, l’“Uzbek Oil and Gas” ha scoperto nuove ed importanti riserve di gas nella Lower Surgil, presso l’altopiano Ustyurt nel Karakalpakstan. I tecnici della holding nazionale del settore petrolifero e del gas dell’Uzbekistan hanno ampliato l’attività di ricerca e di esplorazione degli idrocarburi in alcune zone dell’altopiano di Ustyurt. Dopo l’istallazione di una perforatrice è stato costruito e posizionato il primo pozzo che ha estratto il primo gas dalla zona.

La presenza del gas è stata scoperta successivamente alle perforazioni dovute dalle attività minerarie e dalle analisi geofisiche svoltesi all’inizio del 2018, a circa 3.600 metri di profondità. Nel prossimo futuro, gli esperti stimano una crescita delle riserve uzbeke di idrocarburi. Sono state presentate e programmate proposte per le prossime aree di esplorazione nel contesto geografico di Lower Surgil. Considerata l’importanza del settore degli idrocarburi l’Uzbekistan, anche se promuove un processo di diversificazione economica, continua lo sviluppo della rete di infrastrutture energetiche. Il 27 aprile 2017, infatti, il Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev ha partecipato alla cerimonia della posa della prima pietra del moderno complesso di raffinazione petrolifera di Jizzakh. Questo complesso sarà uno degli impianti industriali esclusivi non solo in Uzbekistan, ma in tutta la regione dell’Asia Centrale ed è stato progettato con la partecipazione dei principali esperti delle aziende internazionali utilizzando la tecnologia più avanzata per la trasformazione delle materie prime dagli idrocarburi. Fondamentale è ricordare che il settore Oil & Gas rappresenta uno dei segmenti economici più importanti dell’Uzbekistan.

Il settore contribuisce per il 16 per cento al Pil e impiega oltre 120mila persone. Gli investimenti in questo settore sono elevati e provenienti in gran parte da grandi investitori esteri, in particolare russi (Lukoil e Gazprom). Il Paese è uno dei principali esportatori di gas naturale, principalmente verso la Federazione Russa e la Cina, ed ha programmi di investimento per incrementare la produzione di energia elettrica con il gas naturale sostituendo gradualmente gli altri combustibili, a partire dal carbone. Inoltre, sono previsti programmi per lo sviluppo di fonti alternative di energia, come ad esempio, l’impiego di pannelli solari, reso possibile grazie alle condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli. In tema di efficienza energetica, un esempio è quello della distribuzione di gas per uso domestico. L’Uzbekistan può contare su finanziamenti sia da parte di Adb sia dalla Banca Mondiale. Nel 2017 è stato raggiunto un accordo quinquennale con la russa Gazprom per l’acquisto di 4 miliardi di m3 l’anno di gas naturale dall’Uzbekistan. Si prevede inoltre un incremento delle forniture domestiche del 33 per cento, che raggiungerebbero così i 60 miliardi di mc entro il 2021. Al momento sono in uso contatori antiquati e non più affidabili e le stesse condutture interne sono obsolete e necessitano una forte e sostanziale modernizzazione sia per la fornitura del gas a livello di abitazioni civili che per le imprese. In tale contesto vi sono interessanti prospettive per le aziende italiane del settore, come ben ribadito dalla Camera di Commercio Italia Uzbekistan.

(*) Analista dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (Irepi)

Aggiornato il 30 gennaio 2018 alle ore 08:26