Istat: l’economia illegale vale 208 miliardi di euro

Il volto oscuro dell’economia tra droga, prostituzione, contrabbando, evasione fiscale e lavoro nero vale il 12,6 per cento del Prodotto interno lordo in Italia: 208 miliardi di euro nel 2015. L’Istat prende le misure a quell’economia “non osservata” composta dal sommerso e dalle attività illegali e scopre un mondo in trasformazione, dove cala il valore dell’evasione, ma aumenta il lavoro nero fino a coinvolgere 3,7 milioni di persone, e cresce il traffico di sostanze stupefacenti, che muove 11,8 miliardi di euro. Il risultato complessivo è quello di “una brusca diminuzione” dell’economia non osservata, dopo anni di espansione: nel 2015 sommerso e traffici illegali generano quasi 5 miliardi di valore aggiunto in meno rispetto al 2014 e il loro peso rispetto al Pil cala di mezzo punto percentuale, attestandosi poco sotto al livello del 2012. I progressi sono dovuti alla sfera del sommerso, che vale oltre 6 miliardi in meno (per un totale di 190 miliardi), e in particolare alla riduzione delle false dichiarazioni delle imprese al fisco per occultare parte del reddito. Ma i passi avanti sono contrastati dal peso del lavoro nero, che continua a crescere e rappresenta per l’Istat “una caratteristica strutturale” dell’economia italiana: tra il 2012 e il 2015 il ricorso al lavoro non regolare da parte di imprese e famiglie è cresciuto del 5,2 per cento e l’ultimo anno del triennio ha visto un ulteriore aumento dell’1,6%.

Il tasso di irregolarità - che calcola il peso delle unità di lavoro non regolari sul totale - è al 15,9% ma sfiora il 50 per cento (47,6%) nei servizi alla persona ed è sopra la media anche in agricoltura (17,9%), nelle costruzioni (16,9%), nel commercio, nei trasporti e nel turismo (16,7%). Gli ultimi dati Istat permettono di fare luce anche sul valore dei traffici criminali, che risultano in lieve aumento fino a 15,8 miliardi di euro, 200 milioni in più rispetto al 2014. La spinta arriva dal traffico di stupefacenti, che da solo conta per poco meno del 75% delle attività illegali analizzate, e sale da 11,6 miliardi a 11,8 miliardi nel 2015. La prostituzione, invece, genera affari per 3,6 miliardi, di poco inferiori ai 3,7 miliardi dell’anno precedente, e il contrabbando di sigarette vale circa 400 milioni, circa 100 in più rispetto al 2014.

Aggiornato il 12 ottobre 2017 alle ore 10:51