Sale la fiducia imprese-consumatori, ma frena il fatturato

Volge al bello il clima economico dei consumatori e delle imprese italiane a settembre, secondo gli ultimi dati Istat, nonostante la frenata di fatturato dell’industria nei mesi estivi, che cala dello 0,3% a luglio dopo il -0,7% di giugno. Per le aziende l’indice della fiducia raggiunge 108 punti a settembre dai 107,1 di agosto, il livello più alto degli ultimi dieci anni, a partire da agosto 2007. E per i consumatori, l’indice sale da 111,2 a 115,5 punti con progressi per tutte le componenti della fiducia a partire da quella economica. Migliorano i giudizi e le attese sulla situazione del paese e c’è un forte ridimensionamento delle attese sulla disoccupazione. Il clima positivo pervade anche le aste dei titoli di stato, contraddistinte da tassi sempre più negativi e domanda in forte crescita. Il Tesoro ha collocato i 6 miliardi di euro di Bot semestrali offerti, con tassi in discesa al nuovo minimo storico: -0,382% (era -0,356% al collocamento di agosto).

Appaiono in controtendenza, in questo contesto, gli ultimi dati sul fatturato e gli ordinativi dell’industria. A giugno entrambi gli indici scendono dello 0,7% rispetto al mese precedente, mentre a luglio gli ordini guadagnano lo 0,2% mentre il fatturato perde lo 0,3%. In entrambi i casi a pesare è il risultato negativo del mercato interno, contrastato in parte dalla crescita di quello estero. Su base annua, la situazione appare migliore con un’espansione del fatturato del 3,8% e degli ordinativi del 10,1% a luglio, nei dati grezzi. I ricavi di quasi tutti i settori manifatturieri sono in crescita tendenziale con le sole eccezioni delle industrie del tessile-abbigliamento e della fabbricazione di autoveicoli (-3,1%). La contrazione dell’auto riguarda anche gli ordini (-5,3%) e colpisce un settore che finora ha trainato la ripresa dell’industria. Per il futuro, i dati sulla fiducia delle imprese accendono intanto nuove speranze con miglioramenti per tutti i settori tranne i servizi.

Nella manifattura e nelle costruzione sono in salita soprattutto i giudizi sugli ordini, mentre nel commercio aumentano le aspettative sulle vendite future. Questi dati fanno ben sperare, secondo il Codacons, per i consumi invernali e delle feste di fine anno. Anche se, per l’Unione consumatori non sono sufficienti a “cantare vittoria” e per Federconsumatori rischiano di essere “troppo ottimistici” visti gli elevati livelli della disoccupazione. Anche dal fronte delle imprese, Confesercenti invita alla cautela visto che “le imprese del commercio tradizionale continuano a essere in debito di ossigeno”, strette tra la concorrenza della grande distribuzione dell’ecommerce.

Aggiornato il 27 settembre 2017 alle ore 21:08