Moscovici boccia deficit al 3%: “Così il debito non cala”

venerdì 1 settembre 2017


Con un deficit al 3% l'Italia non riuscirà a ridurre il debito, vero tallone d'Achille dei conti pubblici nazionali. Meglio seguire il "sentiero stretto" indicato da Padoan per procedere in parallelo al taglio del deficit e a dare sostegno alla crescita. E sfruttare il contributo che, per il calo del debito, arriverà dalla ripresa. Questa la posizione del commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici che, in un'intervista all'Ansa rilasciata alla vigilia del suo intervento al meeting di Cernobbio, ha pure annunciato che in autunno Bruxelles presenterà proposte sul controllo degli investimenti esteri nell'Ue. E che occorre cogliere, "senza perdere tempo" il momento politico favorevole per entrare nel vivo del processo di riforma dell'Unione economica e monetaria dando innanzitutto maggiore "legittimità democratica" all'Eurogruppo.

La riforma del Fiscal Compact non pare invece una priorità. "Ne parleremo nei prossimi mesi", ha detto Moscovici. Il quale ha sottolineato che le regole Ue sulle finanze pubbliche "non sono più stupide", ma possono essere applicate con "flessibilità e intelligenza", come già ha dimostrato la Commissione e come l'Italia sa meglio di tutti. Tuttavia, occorre intervenire per "semplificarle" e garantire che "restino capaci di sostenere la crescita e assicurare stabilità". Quanto al confronto sulla prossima legge di stabilità, Moscovici si è detto "fiducioso": con l'Italia il confronto sarà "aperto e costruttivo". "Utilizzeremo tutta la nostra discrezionalità per valutare, a novembre, se la manovra è sufficiente e il suo impatto su crescita e disoccupazione". In ogni caso, "con un deficit al 3%l'Italia non sarebbe in grado di ridurre il suo altissimo debito", ha poi aggiunto invitando il governo ad andare avanti per migliorare la "qualità" delle finanze pubbliche, sostenere gli investimenti e realizzare le riforme strutturali.

A "facilitare" la riduzione del debito ci penserà la "buona notizia", ovvero la ripresa. Anche perché il 3% è stato concepito come "un tetto, non un obiettivo". Moscovici ha quindi ribadito di ritenere "appropriata" la soluzione trovata per il salvataggio delle due banche venete e ha pienamente condiviso la necessità - espressa a più riprese da Italia, Francia e Germania con particolare riferimento alla Cina - di adottare nuove regole per il controllo degli investimenti esterni nell'Ue. "In autunno presenteremo iniziative concrete". Infine, il rafforzamento della governance dell'Eurozona. Per il varo della garanzia europea sui depositi "è solo questione di volontà politica". Ma "io sento soprattutto l'urgenza di rafforzare la legittimità democratica del sistema, specie dell'Eurogruppo, che resta un organismo informale che prende decisioni di vitale importanza a porte chiuse. Non si può andare avanti così. Non c'è tempo da perdere" per correggere le divergenze già esistenti nell'Eurozona. "La finestra di opportunità politica da cogliere per agire è adesso".


di Redazione