Bancomat, battaglia di retroguardia

In alcuni supermercati già oggi si può fare la spesa, pagando con una “App” sul telefonino. Ma il legislatore continua a pensare al vecchio duello contante/bancomat. Per rendere efficace l’obbligo di fornirsi di Pos introdotto qualche anno fa, il ministero dell’Economia starebbe vagliando l’ipotesi di comminare una multa ai titolari di partita Iva che si rifiutino di far pagare col bancomat somme superiori a cinque euro.

A quel che si legge, l’ipotesi allo studio non sanziona, in assoluto, la mancata predisposizione del pagamento elettronico, ma il concreto rifiuto a riceverlo, denunciato dal consumatore.

Già oggi, tuttavia, l’acquirente può comminare una sanzione al negoziante renitente. E’ la sanzione più semplice e più efficace: andare a fare acquisti altrove.

Non sono molti i bar che accettano pagamento con bancomat, e se ne possono comprendere i motivi. Pagare le commissioni bancarie per pochi euro non vale la pena, secondo molti commercianti. Giusto o sbagliato che sia, è il loro giudizio. Cappuccino e brioche non sono un monopolio, e i clienti che preferiscono pagare con la carta anziché in contanti possono trovare, oggi, chi venga loro incontro. Quanti più saranno a trovare scomodo il contante, e tanti più saranno i commercianti che debbono rivedere le proprie prassi.

Intanto, l’innovazione sta producendo sistemi di pagamento alternativi, ai primi passi ma potenzialmente più graditi, a entrambe le controparti. La gara competitiva è intensa, e non è ancora chiaro quali si affermeranno. Che facciamo, immaginiamo anche in questo caso sanzioni per chi non si adegua in tempo? O al contrario cerchiamo di spingere come possiamo (multe incluse) il caro vecchio Pos, per evitare che i consumatori sfuggano dal circuito bancario tradizionale?

Dubitiamo che una sanzione legale di trenta euro per ogni denuncia per mancato Bancomat possa essere davvero efficace, per cambiare abitudini e comportamenti di migliaia di commercianti. In compenso, però, potrà dare la scusa per ritoccare i prezzi verso l'alto. I consumatori avranno tutto il diritto di sentirsi beffati. Che se ne accorgano o meno, è su di loro che ricade il costo di ogni pur piccolo onere legale e burocratico in più.

Aggiornato il 29 agosto 2017 alle ore 12:14