Il tre di bastoni

La maggiore flessibilità sui conti che l’Unione europea sembra oramai pronta a offrirci non è un premio alla capacità e oculatezza del nostro Governo, ma semplicemente un ulteriore extra fido che aumenterà il debito di tutti. Sia chiaro dunque, perché la consueta tecnica della chiacchiera fa passare la notizia come se fosse una medaglia vinta dall’Esecutivo italiano per la sua bravura.

Del resto nei giorni passati avevamo scritto della sorprendente dichiarazione sull’improvviso balzo all’insù del nostro Pil, avvertendo che puzzava di bruciato per strappare concessioni in tempo di elezioni. Detto e fatto, dall’Europa e dal Fondo monetario internazionale, puntuale, assieme ai complimenti si predispone l’allargamento del credito sui conti. Insomma, come al solito il Governo non essendo riuscito a governare la riduzione della spesa e impaurito dal tema fiscale in periodo elettorale ricorre all’incremento del debito.

Si tratta ovviamente dell’ennesimo mezzuccio pericoloso a doppio taglio tanto è vero che dalla Ue e dal Fmi, se per un verso arriva la concessione, per l’altro parte il siluro sull’innalzamento delle tasse patrimoniali. In Italia si sa quando si parla di patrimonio si pensa alla casa, ben sapendo che la nostra gente da brava formica ha sudato e lavorato da matti per avere un tetto a garanzia della famiglia.

In questo siamo tra i primi al mondo e dunque, l’avidità e la persecuzione fiscale hanno sempre avuto buon gioco nel tartassare gli immobili senza pietà. Lo si è fatto specialmente con Mario Monti in modo talmente assurdo e scriteriato da mettere in ginocchio l’edilizia ed esasperare i cittadini al limite della rivolta. Tanto è vero che Matteo Renzi, bontà sua, per evitare il peggio è dovuto tornare indietro almeno sulle prime case non di lusso.

Bene, anzi male, insistere nel volere colpire la proprietà immobiliare anche sotto mentite spoglie come l’adeguamento del catasto, non solo significa prendere in giro gli italiani, ma stavolta rischiare l’ammutinamento fiscale. La casa, infatti, in Italia è il bene più tassato in assoluto, nel senso cioè che un povero cristo, da quando inizia a mettersela in testa, a dopo essere riuscito a viverci dentro, paga una follia di tasse.

Per non parlare del segmento economico della edilizia la cui crisi stiamo pagando a caro prezzo. Insomma, non capire che colpire selvaggiamente gli immobili significhi davvero rischiare in tutti i sensi l’osso del collo è da scellerati. Per finire consentiteci una chiosa sulla proposta dell’Europa di mettere una “tassa moderna” sulla casa. A parte la difficoltà nel capire il concetto di “tasse moderna” che come sempre sa di imbroglio lessicale, ma se c’è una strada moderna da prendere sulla casa è solo quella di liberarla fiscalmente dalle assurdità impositive attuali. Insomma, da noi deve finire il principio paleocomunista tassa e spendi, spremi e sperpera, espropria e regala, perché è solo per questo che stiamo finendo in rovina e di brutto.

Aggiornato il 13 giugno 2017 alle ore 21:59