L’inflazione rallenta in Italia e nella Ue: la Bce tiene il punto

I prezzi al consumo tornano a rallentare sia in Italia che in Europa e il target di inflazione al 2% fissato dalla Bce si allontana nuovamente. Ma Francoforte tiene fermo il punto e continua a mantenere il suo obiettivo guida ben saldo per orientare le strategie di politica monetaria. Prova ne è che anche il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, membro del board dell'Eurotower, ha confermato oggi pronunciando le Considerazioni Finali che "affinché si realizzi una piena convergenza dell'inflazione verso l'obiettivo della banca centrale serve ancora un grado elevato di accomodamento monetario".

L'inflazione italiana di questo mese diminuisce dello 0,2% rispetto ad aprile e aumenta dell'1,4% rispetto a maggio 2016, in frenata sul +1,9% di aprile. E questo a causa soprattutto dei prezzi di alcune tipologie di prodotti la cui crescita si riduce di ampiezza pur restando sostenuta, come per gli energetici non regolamentati, i servizi relativi ai trasporti e gli alimentari non lavorati. Un andamento esattamente analogo si è rilevato per altro anche a livello europeo, dove l'indice dei prezzi al consumo così come in Italia è sceso all'1,4% dall'1,9%.

In prospettiva anche l'andamento dei prezzi del petrolio, affondati proprio oggi del 3,7% a 47,83 dollari al barile, avrà un probabile effetto sull'inflazione dei prossimi mesi. Mentre si avvicina il consiglio della Bce della prossima settimana a Tallin, Visco parlando ieri all'assemblea di Bankitalia a cui ha partecipato a sorpresa il presidente Mario Draghi, ha ricordato che "l'obiettivo di stabilità dei prezzi nell'area euro - un aumento prossimo al 2% annuo da mantenersi in modo durevole in un orizzonte di medio periodo - non è ancora raggiunto". Anche perché, ha spiegato, la dinamica di fondo rimane frenata dalla disoccupazione in molte economie dell'area e da una "crescita salariale fiacca".

In questa situazione, Visco ha spiegato che la revisione dell'orientamento di politica monetaria "da attuarsi con la necessaria gradualità, dovrà costituire la conferma che crescita della domanda e stabilità dei prezzi possono sostenersi autonomamente nel medio periodo". Maggiori indicazioni verranno certamente dalla riunione di giovedì prossimo dove la Bce diffonderà le nuove stime su inflazione e crescita. Ma nei giorni scorsi Draghi ha detto comunque se anche "stiamo cominciando a vedere i primi segnali di una ripresa dell'inflazione", tuttavia "è ancora molto, molto presto per farci pensare di cambiare posizione sulla politica monetaria".

Aggiornato il 01 giugno 2017 alle ore 15:24