Fisco, tasse, tributi:   l’esperto risolve

Ritorna la rubrica del dottor Alfredo Annibali, commercialista di Roma, che settimanalmente risponde ai quesiti dei lettori in materia fiscale e tributaria. Il dottor Annibali vanta una esperienza trentennale nel settore ed è anche Revisore legale e Perito del Tribunale Civile di Roma. Domande e risposte per aiutare il contribuente a destreggiarsi meglio nell’intricato mondo del fisco.

Agostino da Locri: mi rifaccio ad una delle sue ultime risposte in cui parlava di agevolazioni per chi reinveste gli utili in azienda. Non cita tra i beneficiari i professionisti, è una dimenticanza o una disposizione di legge? No, al momento tale agevolazione non riguarda i lavoratori autonomi ne ho avuto sentore di possibili ampliamenti della platea dei beneficiari.

Arianna da Ostia: svolgo un’attività d’impresa in regime forfettario (piccola attività sartoriale), è vero che posso godere di una agevolazione contributiva? Sì lei ha diritto ad una riduzione della base contributiva del 35 per cento su cui calcolare i contributi. Ciò non la esime dal versare anche quelli fissi (sia pure in misura minore) ma le ricordo che il beneficio non è automatico e ogni anno (entro il 28 febbraio) occorre ripresentare richiesta all’Inps. Tanto per rimanere in tema i liberi professionisti che si debbono iscrivere alla gestione separata non possono avvalersi di siffatta modalità di determinazione del dovuto previdenziale.

Giulio da Concesio: potrò far valere in sede di pagamento dei bollettini emessi a seguito di richiesta di rottamazione cartelle dei crediti che vanto nei confronti dell’Agenzia delle Entrate? No, la norma sul punto è chiara e coerente alla logica del provvedimento.

Rosa da Viterbo: ho letto la sua risposta in merito al maxi ammortamento (maggiorazione del 40 per cento del costo d’acquisto ai fini fiscali), ma vi rientrano anche “le spese per migliorare i beni di terzi”? Sì e questo perché in base ai principi contabili rientrano nelle “immobilizzazione materiali” e quindi agevolabili.

Teresa da Peschiera Borromeo: devo affittare un immobile di mia proprietà, posso optare per la “cedolare secca”? La domanda è un po’ generica e ne approfitto per fare il punto sintetico della situazione. In linea di massima sì a meno che sia accatastato come “A10” (ufficio) o il proprietario non lo stia facendo come attività professionale. Ricordo che l’aliquota è del 21 per cento (salvo il caso dell’affitto a “canone concordato” e limitatamente ai comuni ad alta densità abitativa nel qual caso la tassazione scende al 10 per cento). Tale imposta fissa sostituisce tutte le altre (Registro, bollo e addizionali varie). Per quanto detto sopra è possibile l’opzione, in tal senso, solo per le abitazioni e a prescindere dalla durata del contratto. I benefici fiscali sono notevoli (anche se in alcuni casi di bassi redditi potrebbe essere non conveniente) a fronte della rinuncia agli aumenti Istat (ora pressoché nulli). Nel caso di comproprietari ciascuno può esercitare l’opzione limitatamente alla sua quota. La scelta per la cedolare vale per tutta la durata del contratto salvo revoca per le annualità successive. Faccio notare che comunque il reddito così tassato debba essere considerato ai fini del riconoscimento di qualsiasi beneficio ivi incluse le detrazioni fiscali per famigliari a carico.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:18