I “No-Euro” sono solo   degli irresponsabili

Mi dispiace profondamente dover annoverare tra i cosiddetti “No-Euro” un vecchio amico come Vittorio Feltri, di cui ho sempre apprezzato la grande sagacia. Tuttavia, così come ha recentemente ribadito mercoledì scorso da Gianluigi Paragone, sacerdote televisivo della religione sovranista, egli continua da tempo a lamentarsi del fatto che chiunque vorrebbe tornare alla Lira viene preso per cretino dai fautori della nostra permanenza nell’Euro.

In realtà, carissimo direttore, a mio avviso chi intende farci riassaporare le delizie di una moneta fiat, ossia uno strumento di pagamento basato solo sulla fiducia che gode chi lo emette, fatta in casa non è affatto un cretino, ma solo un irresponsabile economico-finanziario. Lasciamo perdere il capitolo dell’interscambio con l’Europa e il resto del mondo, che nel caso di un ritorno alle svalutazioni “competitive” del passato ci metterebbe in grandissima difficoltà, con la prospettiva reale di ripristinare su vasta scala il riscaldamento a legna e il trasporto a pedali.

Per comprendere l’insensatezza della legittima posizione dei “No-Euro” è sufficiente un breve ragionamento sulla complessiva situazione debitoria del Paese. Con un debito pubblico reale che secondo l’Ocse si aggira intorno al 155 per cento del Prodotto interno lordo, unito ad un livello di sofferenze bancarie che ammontano ad un terzo di tutte quelle europee, l’ultima cosa che ci si potrebbe augurare è ripercorrere la drammatica esperienza di Argentina e Cipro, precipitando in un caos dominato da un’inevitabile fuga di capitali e da misure draconiane sulla circolazione monetaria imposte dalla situazione contingente.

In estrema sintesi, riconvertendo l’intero debito nazionale nella neo-Lira, in merito alla quale si calcola un immediato deprezzamento dal 30 al 50 per cento rispetto all’Euro, si sancirebbe di fatto il default dell’Italia, con ripercussioni catastrofiche sull’intera economia del Paese. Anche perché, proprio a causa del citato, inevitabile fortissimo deprezzamento della nuova valuta, sarebbe praticamente impossibile continuare a ripagare i creditori in Euro.

Caro Feltri, uscire dallo standard monetario europeo sarebbe sicuramente possibile, ma ciò è decisamente sconsigliato per un sistema che, ostinandosi a vivere sopra i propri mezzi, appare sempre più dipendente dal sistema internazionale dei prestiti. D’altro canto, in particolare per l’Italia, stampare moneta non accrescerebbe certamente la nostra ricchezza, ma servirebbe solo a farci precipitare nell’inferno del sottosviluppo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:30