L’intervista al Garante Giovanni Pitruzzella

sabato 16 luglio 2016


A poche settimane dalla presentazione della relazione annuale dell’Autorità per la Concorrenza ed il Mercato (Agcm) e del Garante per le Comunicazioni (Agcom) appare evidente quanto la rivoluzione internet abbia stravolto e continui a stravolgere gli assetti di mercato pre-esistenti, spingendo entrambe le autorità ad un ripensamento della propria azione di tutela e ad azioni di sinergia, come avvenuto recentemente attraverso l’indagine congiunta sulla banda ultra larga. Per comprendere meglio le ripercussioni della rivoluzione in atto sui consumatori e sulla concorrenza, ci siamo rivolti a Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità italiana per la Concorrenza ed il Mercato dal 2011.

La rivoluzione di Internet sta cambiando profondamente i mercati, producendo un’innovazione che viene spesso definita disruptive perché sconvolge molti mercati tradizionali. Quali possono essere le conseguenze per la tutela della concorrenza sia nel mondo on-line che in quello off-line?

Internet non ha rivoluzionato solo il settore delle reti di telecomunicazioni, dell’informatica e dei contenuti digitali, ma ha travolto tutti i settori economici – anche quelli più tradizionali – cambiando irreversibilmente le filiere produttive, i rapporti business-to-business, nonché le attività commerciali al dettaglio e il comportamento di acquisto dei consumatori. Gli operatori tradizionali devono confrontarsi con le nuove filiere digitali, spesso caratterizzate dalla presenza e dall’attività di nuovi intermediari che abilitano gli scambi economici e sociali, ma al tempo stesso appaiono detenere un potere di mercato significativo: la “grande distribuzione digitalizzata” apre nuovi mercati e stimola la concorrenza, ma tende anche a creare nuovi monopoli. Le autorità della concorrenza devono seguire attentamente l’evoluzione di questi fenomeni e porre al centro delle riflessioni antitrust la concorrenza dinamica che traina l’innovazione, bilanciando con accortezza i rischi potenzialmente distorsivi dell’over-enforcement con quelli altrettanto indesiderabili dell’under-enforcement, nella consapevolezza che proprio in questa fase storica si gettano le fondamenta dei mercati del futuro.

Uno dei nodi centrali del momento, oggetto di un’indagine congiunta con il Garante delle Comunicazioni è la banda ultra larga. Cosa ha evidenziato l’indagine e come il Garante della Concorrenza può favorire condizioni favorevoli per la modernizzazione delle Reti?

La banda ultra larga costituisce l’infrastruttura portante dell’economia e della società digitale del futuro. L’Italia deve recuperare il grave ritardo che si è accumulato negli ultimi anni anche a causa dell’assenza storica di una reale concorrenza dinamica tra reti alternative – in Italia non esistono le reti via cavo, che in Europa hanno costituito il driver principale dello sviluppo delle reti a banda ultra larga – e lo deve fare coniugando sapientemente investimenti privati e adeguate politiche pubbliche, anche attraverso investimenti diretti nelle aree a fallimento di mercato. I recenti sviluppi del settore portano a ritenere che oggi sta tramontando definitivamente la possibilità di costruire una rendita di posizione sulla proprietà della rete in rame, con la conseguenza che si è aperta la strada ad una concorrenza basata sull’innovazione. Viviamo una fase caratterizzata da un notevole dinamismo e l’Autorità della Concorrenza continua a vigilare per assicurare che questo dinamismo sia basato su una concorrenza che produca innovazione e che rispetti il principio della “parità delle armi”.


di Elena D’Alessandri