Alexandra David-Néel, il viaggio come itinerario dello spirito

Nasce a Saint-Mandé, 24 ottobre 1868. Il padre è un protestante ugonotto, socialista e massone e si oppose alla monarchia di Luigi Filippo nel 1848. La madre è cattolica e monarchica. È stata una madre scarsamente attenta a sua figlia. Alexandra ha nel sangue lo spirito della esploratrice, della viaggiatrice. A 16 anni inizia a percorrere una parte dell’Europa. Riprende i viaggi nel 1886 a diciotto anni. Nel 1888 si reca a Londra e a Parigi dove si iscrive alla massoneria, alla società teosofica e poi a quella Pitagorica.

Nel 1899 scrive il saggio anarchico Pur la vie dove descrive lo stato ancillare e servile delle donne denunciando gli abusi dello Stato, dell’esercito, della chiesa e dell’alta finanza. Il testo non viene pubblicato con il suo nome. Lo fa stampare il suo compagno Jean Haustont a sue spese e viene tradotto in cinque lingue. Impara il sanscrito alla Sorbona e frequenta il Museo Guimet d’arte orientale di cui legge numerosi libri della fornitissima biblioteca. Conosce la contessa Bréant che la esorta a visitare l’India. Il viaggio dura un anno grazie ai fondi di una eredità. Ritorna a Parigi dove lavora come cantante d’opera e attrice. Scrive argomenti sociali come il femminismo.

A 36 anni sposa l’ingegnere Philippe Neel, capo delle ferrovie del Nord Africa, soprattutto per avere una stabilità economica. Con il marito vive comodamente in una lussuosa casa a Tunisi, dove assume la direzione artistica del Teatro comunale e legge approfonditamente il Corano. Nel 1911 scrive il suo primo libro Le modernisme bouddhiste et le bouddhisme du Bouddha. All’età di 43 anni, nel 1911 inizia il secondo viaggio in Oriente che durerà quattordici anni. È la prima donna europea a varcare i confini del Tibet, un Paese totalmente ignoto e contrario agli stranieri. A dicembre del 1914 inizia studi approfonditi con il maestro Lachen in coincidenza della morte del principe Sidkeong.

Il nome iniziatico di Alexandra sarà Lampada di Saggezza. Nel 1916 lascia il Sikkim e inizia a viaggiare in India, Cina e Giappone e lo racconterà nel libro Nel Paese dei briganti gentiluomini, del 1933. Tenta di arrivare a Lhasa ma incontra difficoltà da parte degli inglesi. Ci riesce nel 1924 coperta di stracci come una mendicante e lo racconterà nel libro My Journey to Lhasa. Ha 56 anni. Per viaggiare agevolmente accetta la nomina “Khadoma”, un particolare tipo di spirito tibetano femminile che prende talvolta forme umane. Grazie a questo ruolo, viene ospitata durante il suo cammino: molti desiderano avere in casa la benedizione di uno spirito benevolo. Durante il suo viaggio matura l’idea di eliminare dal Buddhismo i rituali stregoneschi ereditati dalla tradizione Bon per riportarlo ai principi predicati da Siddhartha Gautama Sakyamun.

Studia il sanscrito, il pali e il tibetano per approfondire le ricerche sui testi originali. Si accompagna con tre eminenti personaggi spirituali conosciuti nel suo secondo viaggio durato quattordici anni. Accetta la lussuosa ospitalità del principe Sidkeong Tulku Namgyal, decimo regnante del Sikkim. Tra il principe e Alexandra nasce un forte sodalizio fatto di studi e di ricerche su Milarepa ed altri antichi Lama. Inizia un serrato confronto a volte caratterizzato da domande imbarazzanti alle quali il XIII Lama Thubten Gyatso non risponde, costretto anche dal suo esilio forzato in India. Matura l’intenzione di diffondere il Buddhismo in Occidente.

Viene cacciata dalla polizia e ritorna in Francia nel 1925. Si separa dal marito David Neel. A Digne realizza la sua “Fortezza della meditazione” assieme al suo adottato Apur Yongden, che l’ha seguita in molte sue peregrinazioni. Scrive oltre trenta libri e pubblicazioni varie. Nel 1937, a 69 anni, riparte per la Siberia e la Mongolia con una macchina fotografica, ma si blocca a causa della Guerra cino-giapponese. Nel 1946 ritorna in Francia a Digne-Les-Bains nell’Alta Provenza. Continua ed approfondisce studi sulla mistica tibetana dopo aver avuto la rarissima possibilità di leggere direttamente antichissimi libri tibetani mai visti da un occidentale prima di lei.

La sua fama diventa mondiale e i suoi libri sono ricercati, studiati con attenzione e tradotti in decine di lingue. Muore nel 1955 il suo compagno di studi e di viaggi Yongden che aveva trent’anni meno di lei. Riceve la medaglia d’oro della Società geografica di Parigi. Riceve l’alta onorificenza della Legione d’onore. A lei e a Yongden viene riconosciuto il titolo di Lama tibetano.

Compiuti i 100 anni rinnova il passaporto sperando di ripartire in Oriente con una Renault 4CV guidata dalla sua amica e assistente Marie-Madeleine Peyronnet che ne scriverà la biografia nel 1959 in tre volumi. Muore nel 1969. In sua memoria sorge a Digne il Centro culturale Alexandra David-Néel diretto dalla sua biografa Marie-Madeleine Peyronnet. Nel rispetto delle sue ultime volontà le sue ceneri e quelle del suo compagno di viaggi Yongden saranno disperse nel Gange.

Una sua bella riflessione: tu non viaggi, ti sposti…

Aggiornato il 20 settembre 2022 alle ore 11:21