La cornice senza quadro

Perché il diritto internazionale non protegge nessuno? Perché è quello che è per la sua stessa genesi. In antico, venne dato un ordinamento giuridico al Mediterraneo e a parte dell’Europa dall’Impero romano. Esso, però, perse l’Occidente nel 476 dopo Cristo. Non cessò, peraltro, allora, malgrado quello che afferma una superficiale storiografia. Odoacre, Re erulo a capo d’una coalizione di Germani, quando depose Romolo Augustolo, si limitò a mandare le insegne imperiali a Zenone, Imperatore a Costantinopoli, perché, affermò, due imperatori erano troppi. Quell’Impero, effettivo e reale, visse fino al 1453. Il Vescovo di Roma, il quale pretese di farsi riconoscere Sommo Pontefice, titolo pagano prima di fatto aggregato per secoli a quello d’Imperatore, quando non volle più avere un possibile Imperatore sopra di lui a infastidirlo, dette, inventandosi un potere inesistente, la corona sull’Occidente a Carlo Magno.

Questo Sacro romano impero non fu uno Stato. Ebbe Stati al proprio interno: feudatari i quali lo riconobbero solo per cortesia, città libere, coalizioni tra esse. Questi Stati si fecero bellamente, quando ebbero contrasti d’interesse, la guerra tra loro, e anche contro il Sacro romano impero allorché cercò di mettersi in mezzo. Insomma, fu sempre e solo una cornice senza il quadro. S’arriva, così, fino al 1648. La Pace di Westfalia pose fine alla Guerra dei trent’anni (1618-1648), combattuta nel Sacro romano impero, cioè entro quell’impotente cornice vuota, e alla Guerra degli ottant’anni (1568-1648) tra Regno di Spagna e Repubblica d’Olanda. La Pace di Westfalia è costituita da una serie di trattati di pace firmati tra maggio e ottobre 1648 a Osnabrück e Münster. I soggetti furono: il Sacro romano impero, Ferdinando III, della dinastia degli Asburgo, il Regno di Spagna, il Regno di Francia, l’Impero svedese, la Repubblica olandese, la Principessa del Sacro romano impero e le Città libere imperiali.

Due trattati principali tra la Repubblica olandese e il Regno di Spagna con due complementari, del 24 ottobre 1648, firmati a Osnabrück e Münster. Essi estesero quella cornice vuota anche a Stati ormai estranei al preteso Sacro romano impero, come Francia e Spagna, o che mai ne fecero parte, come lo Stato Veneto, la Svezia e quelli delle isole britanniche. Ciò fu possibile in quanto lì si riconobbe che la cornice era vuota: la cosiddetta Sovranità di Westfalia riconosce che ogni Stato è sovrano. Tutti sono egualmente sovrani.

Nessuno può ingerirsi negli affari interni d’un altro Stato. Questo non ordinamento è stato esteso al resto del globo, a causa del passato colonialismo degli Stati europei, e della successiva reazione: la decolonizzazione. Essa è consistita nelle ribellioni delle popolazioni colonizzate, per diventare popoli di nuovi Stati, ammessi a rientrare in quella cornice senza quadro. Altri, come l’Impero nipponico, vi sono entrati dopo scelte secolarmente maturate, respinta ogni ingerenza di Stati europei. Però tutto questo, oggi, è saltato col globalismo, cioè coll’emergere di soggetti transnazionali, di carattere economico, commerciale, finanziario, tecnologico e quant’altro, che agiscono al di fuori degli Stati; tutt’al più sfruttando, a proprio comodo, le differenze tra i loro ordinamenti giuridici. Nuova situazione che rende assurdo il cosiddetto “sovranismo”. Adesso occorre dipingere un quadro, non accontentarsi della cornice, per quanto bella. Le organizzazioni internazionali sono solo abbozzati disegni con la matita color seppia.

Aggiornato il 17 giugno 2022 alle ore 12:09