Visioni. “The Tender Bar”, un film intimo d’iniziazione alla scrittura

Un’appassionante iniziazione alla vita e alla letteratura. The Tender Bar, l’ottavo film diretto da George Clooney, racconta emozioni semplici di un mondo lontano. Lo sceneggiatore William Monahan adatta per il grande schermo il libro autobiografico dello scrittore J.R. Moehringer, in Italia tradotto con il titolo Il bar delle grandi speranze (editore Piemme). La storia è ambientata negli anni Settanta nella Long Island operaia. Un ragazzo chiamato J.R. (il giovanissimo Daniel Ranieri; e poi, l’adolescente Tye Sheridan) vive nell’affollata casa del nonno (l’indimenticabile Christopher Lloyd) a Manahasset, insieme alla madre Dorothy (la credibile Lily Rabe), e allo zio Charlie (l’ispirato Ben Affleck), gestore di un bar di culto, il The Dickens. Un luogo di bevute e di letture, popolato da una clientela ricca di personaggi pittoreschi. Una varia umanità che si riconosce nelle abitudini di un tempo. Il padre di J.R., assente, lavora a una radio di New York e si fa chiamare “La Voce”. Il giovane riesce a entrare nella prestigiosa Yale e sogna di diventare uno scrittore.

Nel 2013 il progetto era nelle mani di Sony Pictures e Chernin Entertainment, con Theodore Melfi nel ruolo di regista e sceneggiatore. Nel luglio 2020, con l’abbandono di Melfi, i diritti del film passano ad Amazon Studios. Il film è stato presentato al BFI London Film Festival il 10 ottobre 2021 e distribuito limitatamente nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 17 dicembre 2021 e su Prime Video dal 7 gennaio 2022.

Del libro di Moehringer, Clooney mantiene la tenerezza perduta. E la forza del testo risiede nella capacità di cogliere la verità in un’esistenza complessa e deludente. La versione dell’attore-regista è un inno alla leggerezza. La levità di tocco di un “romanzo di formazione” che è anche stile di vita. The Tender Bar è un piccolo gioiello. Un film di grandi scoperte. Il regista fa un passo indietro e lascia il film ai suoi personaggi e ai suoi attori. A partire da un Ben Affleck, finalmente tornato a offrire un profilo pienamente credibile. Il suo Zio Charlie è un mentore disincantato, ma prodigo di buoni consigli, artefice di un racconto quotidiano sull’arte di arrangiarsi, con grazia. Una parabola personale e al tempo stesso universale. 

Aggiornato il 16 aprile 2022 alle ore 20:13