“Quando bruciammo l’Inghilterra”: nel nome del Punk

“Who killed Bambi?”. Già: chi ha ucciso Bambi? Un film – mai diventato film – i cui spezzoni entrarono a far parte della pellicola “The Great Rock ‘n’ Roll Swindle” (“La grande truffa del rock’n’roll”) diretto da Julien Temple, dove si raccontava la nascita e la discesa dei Sex Pistols, la band che a metà degli anni Settanta infiammò le strade del Regno Unito. Se dici Sex Pistols dici punk, che nel 1977 venne dichiarato morto. Eppure… come una araba fenice, nel giro di un amen, “scoppiò un nuovo incendio, di enorme potenza”. Ovvero “musica più dura, più aggressiva”: è la scena maturata tra il 1980 e il 1984, che Ian Glasper ha condensato nel libro “Quando bruciammo l’Inghilterra”. Pulsazioni, ormoni e orgogliosa identità, mentre nelle strade era “di nuovo caos”.

Un garage o uno stanzino non faceva differenza. Tre accordi, sudore, rabbia e voglia di fare casino: il punk passava da qui. Per certi versi avanguardia ma anche un grande spasso, quello spasso che i Joy Division provarono nel live di Johnny Rotten & Company. Roba forte, all’insegna del do it yourself, tra ribellione e vinili spinti da una dolce insolenza.

“Alla fine degli anni Settanta il punk-rock cominciò a dissolversi. Johnny aveva lasciato i Pistols, Sid Vicious era morto, i Clash erano sul punto di far uscire il loro primo album (Sandinista!) che suonava in modo molto diverso dalla smisurata energia di White Riot. Le major avevano già spolpato la carcassa, recuperando ciò che pensavano fosse ancora vendibile”. Ma il fuoco (che in fondo è il sale della vita), nonostante la gettata d’acqua, non lo potevi fermare. Così il seguito segnò il passo. La seconda ondata “fu brutale, veloce” tra borchie, jeans strappati e Doc Martens. In un vortice spinto da Toy Dolls, Adicts, The 4-Skins, Angelic Upstarts, Disorder, Blitz. E molti altri, al posto giusto nel momento giusto. Ovvero in un Paese “adatto agli eroi”.

Un testo da leggere tutto di un fiato, possibilmente con la birra ghiacciata come gradevole compagnia. Pensando che un’atmosfera tale non ci sarà più. Quell’Atmosphere che nel 1980 i Joy Division hanno, a loro modo, anticipato e declamato: “Walk in silence, don’t turn away, in silence. Your confusion, my illusion”. Brividi. Ma questa è un’altra storia.

(*) Ian Glasper, “Quando bruciammo l’Inghilterra! Storia del Punk: 1980-1984”, Shake edizioni

Aggiornato il 02 aprile 2021 alle ore 16:12