Il Covid non ferma la tradizione nel Salento

venerdì 16 ottobre 2020


Pittule delle monache e pastorale bloccate dalla pioggia scrosciante. Il meteo ieri ha steso al tappeto la lunga vigilia del Natale che nel Salento inizia il 15 ottobre, giorno in cui si venera Santa Teresa. Anche il bagno nel mare delle Purità è stato sostituito dalla nenia struggente che i pescatori gallipolini hanno suonato in solitaria e non per le suore del monastero di clausura, come sempre hanno fatto. D’altronde, sono tempi duri per le tradizioni popolari che, fra frittelle ricoperte di zucchero e luminarie, non ci pensano proprio a prestare il fianco a intemperie o pandemie.

“La devozione a Salve e nel capo di Leuca, nonostante l’epidemia, è più viva che mai, segno che con il passare del tempo non scalfisce i valori tradizionali delle comunità locali”, ha detto Francesco De Giorgi, assessore al turismo del Comune di Salve (provincia di Lecce). Un Comune non proprio “comune” visto che ha ottenuto il finanziamento di un educational tour in cui giornalisti, fotografi e blogger italiani sono stati chiamati (in questi giorni) ad apprezzare gastronomia, cultura e artigianato del Salento. L’obiettivo? Valorizzare il “lato b” di un territorio da visitare non solo in estate. Poco importa se dei festeggiamenti a Salve è rimasta solo la messa solenne delle 18,30. E pazienza se quest’anno le luminarie che dovevano incorniciare la chiesa sono state annullate, causa tempo avverso.

La ricorrenza sul calendario è stata rispettata con dei festeggiamenti in tono minore, sempre in onore della compatrona Santa Teresa che chiuderà un occhio per Codiv-19 e pioggia. Se la ricorrenza religiosa è ricordata già anzitempo con la novena, piazza Concordia e anche la banda di Alezio (Lecce) e il fuoco pirotecnico erano in calendario. Ma oggi è un nuovo giorno dominato dal sole e dalle bellezze sparse nel territorio di Salve, dov’è presente una cappella intitolata a Santa Teresa, ubicata in adiacenza al cimitero comunale, noto in quanto sorge nelle pertinenze dell’ex convento dei Cappuccini del Cinquecento.

“La stessa cappella di Santa Teresa infatti, non era altro che l’antico sacro edificio intitolato a San Francesco d’Assisi che, una volta ricostruito agli inizi del Novecento, subì questa nuova intitolazione e culto”, ha spiegato Stefano Cortese, in questo caso chiamato a raccontarci aneddoti del luogo in veste di guida turistica, anche se lui è anche assessore ai Lavori pubblici, alla Programmazione comunitaria e alla Cultura del comune di Melissano (Lecce).

Dicevamo del complesso religioso: “Il complesso risulta essere di estremo interesse non solo per le testimonianze artistiche presenti come la statua in cartapesta del noto cartapestaio leccese Giuseppe Manzo o per i resti dell’ex convento soppresso nel XIX secolo, ma anche per la forte devozione degli abitanti salvesi e dei paesi contermini, testimonianza di fede accresciuta dall’approdo (negli anni Venti) di una reliquia della santa a Salve, tanto da essere proclamata come compatrona”.


di Roberta Maresci