“Nour” è il miglior film del Festival internazionale Cinema di Frontiera

Cala il sipario sulla XX edizione del Festival internazionale Cinema di Frontiera. Il film Nour di Maurizio Zaccaro conquista Marzamemi, ottenendo due riconoscimenti: Premio per il miglior film e premio del pubblico. Il miglior corto del festival è Roberto firmato dalla regista spagnola Carmen Còrdoba Gonzàlez.

La storia di Nour, la ragazzina siriana sbarcata a Lampedusa alla ricerca della madre, ha incantato gli spettatori del festival. Il lungometraggio di Zaccaro è tratto dal libro Lacrime di sale, scritto dal medico di Lampedusa Pietro Bartolo e Lidia Tilotta.

“Un film che per noi – ha dichiarato il direttore artistico Nello Correale – ha un significato particolare, perché rappresenta in pieno le motivazioni e la filosofia del nostro festival. Nour ci ricorda che le frontiere, che cerchiamo di raccontare da vent’anni non sono solo geografiche, ma che quelle più difficili da superare sono interne, quelle che ci portiamo appresso. Il film di Zaccaro ci fa capire che, anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, rimarrà ancora da confrontarsi con un’altra grande vicenda, che è quella dell’immigrazione. E la soluzione non la si potrà trovare in un vaccino, ma nella nostra coscienza e con la consapevolezza di affrontarla”.

Il premio della Banca di credito cooperativo di Pachino è stato assegnato al film Il corpo della sposa di Michela Occhipinti. La pellicola descrive la pratica del gavage, a cui devono sottostare in Mauritania le donne in procinto di sposarsi. La futura sposa deve ingrassare decine di chili per rispondere al canone estetico imposto dalla tradizione.

La giuria dei corti, formata dagli attori David Coco ed Ester Pantano e dal regista Diego Ronsisvalle, ha assegnato il Premio di miglior cortometraggio al corto di animazione Roberto di Carmen Còrdoba Gonzàlez, perché “attraverso una delicata declinazione di sentimenti come la timidezza, la paura, la sorpresa, la fiducia e su tutti l’amore, filmicamente racconta, con efficacia assoluta, un tema drammatico come l’anoressia”. Il Premio speciale della giuria dei corti è andato ad Amal di Matteo Russo e Antonio Buscema, “per la forza di rappresentare un immaginario probabile che ci narra di viaggi, di migrazioni o forse solo di fughe”. Due le menzioni speciali: ai corti Tonino di Gaetano Di Mauro e Influencer dello spagnolo Rubén Barbosa. Un premio speciale è andato anche all’attore e montatore iraniano Babak Karimi, per il focus dei Corti dall’Iran.

La serata finale, condotta dall’attrice e regista Gisella Calì, ha regalato emozioni durante l’omaggio al compianto Sebastiano Gesù, storico del cinema e vicedirettore del Festival internazionale Cinema di Frontiera. Gran finale con l’evento speciale Safety last (Preferisco l’ascensore) di Fred C. Newmeyer e Sam Taylor, con Harold Lloyd (Usa 1923, 74’), un capolavoro del cinema muto, accompagnato dalle musiche dal vivo dell’Ensemble Darshan.

Aggiornato il 21 settembre 2020 alle ore 12:32