La scomparsa di Sergio Zavoli

Sergio Zavoli non c’è più. È scomparso uno dei maestri del giornalismo televisivo italiano. Aveva 96 anni. Ideatore di trasmissioni di culto come La notte della Repubblica, è stato radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr, presidente della Rai dal 1980 al 1986, autore di inchieste che hanno segnato la storia. Zavoli ha chiesto di essere seppellito a Rimini accanto a Federico Fellini. “Di Sergio Zavoli forse passerà inosservato un fatto apparentemente locale: Rimini è la sua patria. Lo è stata in vita per affetti, lavoro, amicizie, passioni. Lo sarà ancor più da ora in avanti”, ha detto il sindaco di Rimini Andrea Gnassi.

Nato a Ravenna nel 1923, Sergio Zavoli era entrato alla Rai nel 1947 come giornalista radiofonico. Il passaggio alla tivù nel 1968: Zavoli partorisce trasmissioni di grande successo come TV7, AZ, Controcampo; l’anno successivo diventò condirettore del Telegiornale e poi ancora direttore del Gr1 (1976) e presidente della Rai (1980-86). Zavoli è stato anche direttore del Mattino di Napoli (1993-94) e ha firmato come opinionista per varie riviste come Oggi, Epoca, Jesus. Senatore (dal 2001 al 2018) dei Ds prima e del Pd poi, nel 2009 è stato eletto presidente della Commissione parlamentare per la vigilanza sulla Rai. Sergio Zavoli ha scritto saggi, come Viaggio intorno all’uomo (1969), Nascita di una dittatura (1973), La notte della Repubblica (1992), legati ai suoi migliori programmi tivù.

Ha pubblicato anche Dieci anni della nostra vita: 1935-1945 (1960); Altri vent’anni della nostra vita: 1945-65 (1965); Figli del labirinto (1974); Socialista di Dio (1981); Romanza (1987); Di questo passo (1993); Un cauto guardare (1995); Dossier cancro (1999); Il dolore inutile (2002); Diario di un cronista (2002); La questione: eclissi di Dio e della storia (2007). Nel 2011 Sergio Zavoli ha pubblicato il libro autobiografico Il ragazzo che io fui; la sua sterminata produzione ha coinvolto anche la poesia. Tra i programmi televisivi: Viaggio nel sud (1992); Nostra padrona televisione (1994); Credere, non credere (1995), dal quale è stato tratto un volume (1997). Domani ci sarà la camera ardente, probabilmente in Senato, poi sarà tumulato a Rimini.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è addolorato. “Desidero anzitutto esprimere i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari. Il giornalismo italiano perde uno dei suoi maestri. Il congedo di Zavoli – come lui stesso lo definiva – sarà occasione per ripensare la sua eredità, per ricordare l’originalità e la qualità dei suoi lavori più importanti, per trarre spunti e ispirazione dal suo stile, dalla sua etica professionale, dalla sua grande forza narrativa capace di andare in profondità e di cogliere l’umanità che sta dietro gli eventi e i protagonisti”.

‘La cultura italiana perde oggi un pilastro. Sergio Zavoli è stato un esempio e un maestro di giornalismo. Un autentico e profondo difensore della Rai Servizio Pubblico. Ha segnato la storia dell’informazione in Italia. Siamo certi che la Rai saprà trovare il modo migliore per rendere omaggio a una personalità che ne ha onorato tutta la vita il servizio’’. Lo scrive l’Esecutivo Usigrai in una nota.

Aggiornato il 05 agosto 2020 alle ore 16:33