I nuovi padroni del Tempo

giovedì 20 febbraio 2020


Tempo e Denaro coincidono? E come fa il Dio Kronos, entità divina e irraggiungibile da un comune mortale, a essere schiavo di una creazione umana, tanto da incatenarlo in un eterno presente?

Guido Maria Brera tenta di risolvere il paradosso con una sua personalissima metateoria contenuta nel romanzo (autobiografico?) “La fine del Tempo” (Ed. La Nave di Teseo 2020). Per imprigionare qualcuno però ci vuole almeno un Carceriere e una Prigione. Ma non è detto che quest’ultima sia concreta, fatta cioè di mura e cemento. E nemmeno il primo ha un volto se lo si configura come un’oscura entità collettiva (tipo “I Diavoli”, che sono i Cavalieri della Tavola Triangolare antitesi planetaria della missione salvifica di quella Rotonda di Re Artù), che hanno sede e si riuniscono in un luogo imprecisato, fantasmatico, come per esempio il Tredicesimo piano di un grattacielo newyorkese. Ma come si chiama questo nuovo Prometeo che è stato liberato con quei riti esoterici e scatenato alla conquista del mondo? Qe (Quantitave easing) è il suo nome. Quella magia finanziaria, cioè, che per finanziare a tasso zero i debiti sovrani degli Stati ha finito per cancellare del tutto la vecchia economia capitalista basata, per l’appunto, sul gioco sofisticato dei tassi variabili di interesse, oggi azzerati. Anzi: sottozero! Quindi, tutti coloro (quell’uno per cento della popolazione mondiale) che detiene pressoché l’intera ricchezza del mondo e nuota in un oceano di liquidità ha creato quel fenomeno per cui da alcuni anni si assiste a “una gigantesca dislocazione dei capitali da investimenti tradizionali a nuovi target” ad altissimo rendimento.

Ovvero: “Se prima l’enorme liquidità era perlopiù investita in debito pubblico, cioè in rendite improduttive, oggi è quasi obbligata a prendere rischi in startup disruptive” che, quindi, con la loro forza immensa di innovazione consentono accelerazioni tecnologiche prima inimmaginabili provocando, attraverso la dittatura dell’austerity, terribili terremoti nel welfare state e nell’economia tradizionale, dilaniata dalla disoccupazione di massa, coniugata a uno sconfinato precariato dei nuovi lavori sottopagati e senza più diritti. Airbnb, per dirne una, provoca la gentrificazione di quartieri urbani di pregio, svuotandoli della loro anima autotcotona e spesso popolare, per farla defluire e confinarla, frammentandola, in quartieri periferici: ed è così che tesori di ricchezza culturale e urbana vengono cancellati per servire i... nuovi barbari del turismo anonimo di massa, mordi e fuggi. Idem, per il dilagare dei riders che contribuiscono a tenere segregati nelle case milioni di utenti, prigionieri della droga da social e dei loro compulsivi consumi mediatici che premiano e fanno esplodere i guadagni, ancora e sempre, delle famose Major della Silicon Valley, il cui tasso di occupazione di manodopera ultra qualificata (e sottopagata!) è pressoché irrisorio, rispetto alle vecchie fabbriche fordiste.

Ci dice il prof. Philip Wake, il protagonista del romanzo: “Grazie ai tassi a zero possiamo compiere passi in avanti epocali nella medicina, nelle comunicazioni, nelle biotecnologie”. E qui la narrazione si fa politica, con i nuovi giganti tecnologici del web (sorta di anarco-capitalisti ultra-liberisti) che vogliono cancellare il ruolo dello Stato  come soggetto regolatore dell’economia e destituirlo delle sue funzioni storiche! Ed Eccolo il mostruoso Prometeo dell’Artificial Intelligence (AI) destinato un domani a realizzare la fusione tra uomo e macchina in funzione del massimo profitto generato dal Qe: l’avanzamento tecnologico praticato dai neoliberisti, quelli che sostengono e stanno realizzando la dittatura planetaria degli algoritmi, è destinato ad aumentare sempre più “i margini di estrazione del valore dall’intelligenza collettiva e dalle gigantesche concentrazioni di dati”. I Big Data, infatti, sono le vere, immense miniere d’oro portate in superficie dal Qe! “In un mondo pienamente digitalizzato, ogni aspetto dell’umano è messo a valore in una prigione invisibile”, osserva Phil-Brera, per cui con le nostre condotte noi siamo divenuti i carcerieri di noi stessi!

Perché, come si vede, una cosa è chiara del capitalismo estrattivo: tu ci metti i tuoi beni, il tuo lavoro non garantito pagandoti per di più (vedi Uber e Airbnb) tutte le spese di manutenzione, e l’App estrae da te valore costringendoti a consumare molta parte del tuo tempo di vita per garantirti un reddito mensile appena decente! Del resto, chi utilizza il Digital banking lo sa benissimo: tu apri e chiudi lo sportello bancario virtuale, facendo gratis il lavoro che prima facevano gli impiegati di banca, e ci devi pure pagare su le commissioni! Politicamente, vale l’affondo politico del Phil-Corbyn sconfitto e disperso dal Prometeo: “Il socialismo europeo ha perso la sua battaglia più importante. Ha rinunciato ad abitare le contraddizioni, a concepire un uso delle tecnologie libero dai nuovi padroni del vapore, dagli oligarchi dei dati, dalle grandi platform. I leader della socialdemocrazia hanno preferito genuflettersi davanti ai feticci digitali”.

Come far quindi ripartire il tempo? Uccidendo il Qe ed estirpandone alla radice la sua ragion d’essere!  Come per esempio? Azzerando i debiti degli Stati!


di Maurizio Bonanni