Opinioni a confronto: l’amicizia

“Sull’amicizia sono state date nel corso dei secoli diverse definizioni e si sono scritte frasi a non finire. Alcuni dicono addirittura che non è possibile dire che cosa sia in effetti l’amicizia, la quale può essere vera o falsa, interessata o disinteressata e così via”.

Chi trova un amico trova un tesoro, recita un noto proverbio”.

“Che deriva da un detto di Salomone riportato dalla Bibbia: ‘Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro’. In sintesi l’amicizia è un’unione spirituale fra due o più persone, e naturalmente, come tutte le cose, risale a Dio, il quale, dunque, è il nostro primo amico: Mosè definisce Abramo ‘amico di Dio’”.

“Quindi il primo segno di amicizia fu la familiarità che Dio ebbe con Abramo, e viceversa”.

“Dobbiamo risalire ancora più lontano, a prima della Creazione. Per Empedocle originariamente l’amicizia (ϕιλία) era un principio divino che univa armonicamente e pacificamente fusi insieme, come in un abbraccio amoroso, invisibili e impalpabili, tutti gli elementi di Dio, la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco, nonché i suoi innumerevoli attributi, da cui è scaturito l’universo, rendendo così concreto e manifesto, chiaro e distinto, ciò che prima era invisibile”.

“La Chiesa dice che Dio creò l’universo dal nulla”.

“Lasciamo perdere: questo è un altro discorso. Per Empedocle l’universo è il risultato di un processo, scientifico, di mescolanza e di separazione, ed è soggetto a due forme cosmiche primordiali: l’Amicizia e la Contesa (cioè l’Amore e l’Odio), di cui la prima ha il potere di attrarre, la seconda di respingere, e ciò è visibile e si realizza soprattutto nell’uomo, attraverso la dialettica: tesi e antitesi, che si risolvono nella sintesi, la quale si verifica solo in casi rari e negli uomini saggi, a alla fine, dice sempre Empedocle, gli elementi primari, che si sono disgregati e contrapposti, torneranno ad essere ‘amici come prima’”.

“Possiamo definire l’amicizia una ‘virtù’ che unisce gli uomini: l’uomo, infatti, non può vivere senza un amico, nel quale praticamente rispecchia se stesso, tanto che per conoscerci basta che guardiamo il nostro amico. Il quale non necessariamente deve essere identico a noi, anche perché ciascuno ha un suo bagaglio culturale e può pure avere opinioni diverse e contraddittorie, ma il vero amico, o l’amico ideale, è anche saggio e sa che nell’uomo la dialettica è necessaria, e dunque, contrariamente a quel che avviene nella politica, è giusto discutere, ma senza arrabbiarsi, senza insultare chi la pensa diversamente”.

“Comunque l’amicizia che lega di più richiede una condotta di vita in comune con ideali, sentimenti e pensieri condivisi. È insomma una stessa anima che convive in due persone. Sempre pronte a sostenersi fra loro, e che naturalmente devono frequentarsi e conoscere l’ambiente in cui entrambe vivono: questo è molto importante, anzi, è uno dei primi vincoli dell’amicizia, per poter pensare all’amico – tanto più quanto più è lontano – all’interno delle sue mura domestiche, non come un individuo sospeso nello spazio”.

“Comunque il concetto di amicizia, come tanti altri, è andato mutando nel tempo. Per gli antichi Romani l’amicizia consisteva nella sodalitas, cioè nella solidarietà fra gruppi di individui che si proponevano di raggiungere uno stesso scopo ‘pratico’ e il cui rapporto si basava sulla fiducia che l’amico non avrebbe mai tradito gl’impegni che si era assunto”.

“Sì, ma intesa come sodalitas è un’amicizia apparente, che si propone di perseguire vantaggi personali. La vera amicizia è disinteressata, spinge a dare più che a ricevere, e consiste in una competizione reciproca in cui ciascuno tende al bene dell’altro, o degli altri che sono uguali a lui, come avviene, per esempio, nello sport, all’interno di una stessa squadra. Ma i veri e grandi amici in genere sono due, come Oreste e Pilade, Eurialo e Niso, Cloridano e Medoro, Achille e Patroclo. E non dobbiamo dimenticare che anche Gesù chiamava amici i suoi discepoli: ‘Vi chiamo amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi’”.

“Sì, però col Cristianesimo l’amicizia è diminuita di valore perché è stata sostituita dalla carità e dall’amore coniugale, che sono un’altra cosa, riducendosi ad una categoria di anime elette. Tale era per Sant’Agostino, che considerava l’amicizia uno strumento della carità, dichiarando di non riuscire a vivere senza amici che possedessero la ‘virtù teologale’ per la quale amiamo Dio”.

“Nel Rinascimento Marsilio Ficino, nel suo commento al Simposio di Platone, definisce l’amicizia una ‘condivisione ideale e spirituale fra uomini’, poiché in quel tempo l’amore tra uomini appariva più naturale che quello tra uomo e donna. E questa è la visione che si diffuse nei circoli intellettuali, frequentati quasi esclusivamente da uomini. Pensiamo all’amore platonico fra Michelangelo e il suo allievo Tommaso Cavalieri. Nell’Illuminismo, il periodo dei grandi cambiamenti, l’amicizia assunse un altro significato poiché il rapporto dello spirito, come due opinioni a confronto, era la conoscenza”.

Kant diffidava dell’amicizia e distingueva gli amici in tre categorie: ‘quelli che vi amano, quelli che non si occupano affatto di voi, quelli che vi odiano’. Spesso non è facile riconoscere gli amici veri. La vera amicizia è un ideale che raramente trova corrispondenza nella realtà e che richiede una indagine lunga e faticosa. Per Schopenhauer l’amicizia, come l’amore, è un’illusione. È una realtà quando nasce dalla compassione, non verso qualcuno, ma per la vita umana in generale: è condivisione del dolore universale”.

“Ci sono persone che già con la sola espressione del volto calamitano l’amicizia. Se tu le incontri per la prima volta, basta che le ascolti per cinque minuti e ti sorge spontaneo un sentimento di simpatia, che poi via via, con la frequentazione, si trasforma in amicizia. È il caso del nostro direttore. Ma anche di altri. Per non far torto ai viventi, possiamo citare Mario Cervi. Certuni, invece, anche al solo guardarli, sono sempre arrabbiati, e con la rabbia non si costruisce un’amicizia, che in questo caso, anche volendola, diventa un vero e inutile travaglio. È un fatto quotidiano. Come diceva a Lelio Cicerone nel De amicitia”.

“E qui ci fermiamo, perché a parlare dell’amicizia di oggi dovremmo tirare in ballo i social, i Facebook, nei quali quotidianamente fioccano richieste di amicizia a non finire, di persone che tu non conosci e di cui non puoi ciecamente fidarti, anche se vengono presentate come amiche di tuoi amici. Poi ci sono gli amici dei politici, dei governanti, che vogliono la loro parte, e i politici gliela danno, con la conseguenza che molto spesso vi s’intromette la magistratura”.

“Hai ragione. È meglio chiudere qui il nostro discorso sull’amicizia, esortando magari i nostri politici a leggersi il De amicitia di Cicerone, che su questo argomento ha scritto pagine splendide e commoventi. Hai visto mai che alcuni di loro finalmente si ravvedono e la smettono di odiare gli avversari e sentirli come nemici, solo perché le loro opinioni non collimano con le proprie? Anche se sarà un’amicizia ‘interessata’ basta che lo sia per il bene del Paese, non per la poltrona. Ma come si fa a diventare amici quando (è accaduto proprio ieri sera a Zero e mezzo) certe testate o testardaggini televisive titolano ‘A scuola di fascismo’? Sempre tra i piedi questo fantasma, che continua a dividere gl’Italiani. Sino a quando dovremo ripetere la celebre frase di D’Azeglio ‘I primi nemici dell’Italia sono gl’Italiani’?”.

“Certo, un’amicizia così concorde come la nostra è difficile a trovarsi”.

“Forse abbiamo sbagliato il titolo di questa rubrica”.

 

Amicizia non v’è se non fra i buoni,

i cattivi son “complici” fra loro,
non “amici”, perciò le loro unioni
sono prive di affetto e di decoro.

Il vero amico sembra che impersoni
te stesso se lo guardi. Più dell’oro,
che luccica, se a lui lo paragoni,
per quello che ti dà vale un tesoro.

Con lui c’è veramente, se ci pensi,
come dice il Poeta, una “celeste
corrispondenza d’amorosi sensi”:

egli esiste soltanto in tale veste.
A cuore aperto e coi suoi occhi intensi
tutto ti dà con mani pronte e preste.

Aggiornato il 10 febbraio 2020 alle ore 13:04