Non sono molti i libri che riuniscono in sé una storia che è insieme una narrazione filosofica, una prosa, una poesia, una musica letteraria dove le parole danzano raccontandoci storie di vita ricche di emozioni universali. Gli occhi di Asha, Edizioni Kanaga è l’ultima fatica letteraria di Alessandra Iannotta (laureata in giurisprudenza e nata a Roma nel 1965). L’autrice, nel 2015 ha pubblicato con la casa editrice Dante Alighieri un libro di poesie in prosa dal titolo Sangria al Grippiale, finalista alla prima edizione del Premio internazionale di poesia “Sulle Orme di Léopold Sédar Senghor”.

Il nome Asha deriva dal sanscrito “asa” che significa speranza, vita, ma anche esperienza. Il libro è un inno alla vita mediante un insieme di storie anche drammatiche, ma anche nel dramma la vita la gioia vincono sempre. C’è un incontro tra storie orientali e occidentali ma con un comune denominatore rappresentato dall’universalità dei simboli rappresentati dall’Aquila, un Lupo, una Tigre, una Libellula e una Tartaruga. Nelle varie storie essi si intrecciano, si incontrano, si allontanano, comunicandoci in modo inusuale, mediante l’eterna musica che balla, la danza della vita.

Le lacrime nella narrazione sono la metafora della vita, lacrime di gioia e lacrime di dolore essenza della vita stessa. I personaggi principali sono donne che rappresentano le varie rincarnazioni di Asha. Gli occhi sono la sua anima che incontrerà tutti gli animali danzanti sotto sembianze umane in sette vite diverse di difficile collocazione spazio-temporale. In lei abiterà sempre una Tigre, danzerà come una Libellula, volerà come un Aquila avrà la saggezza di una Tartaruga che incontrerà i Lupi, gli uomini, ma nella loro essenza di forza magnetica.

Nella prima vita avrà un nome indiano, Asha. Nelle sei vite successive il suo nome sarà, rispettivamente, Emma, Zoe, Matilde, Elena, Maddalena e Delia. L’autrice in questa narrazione ci dispensa perle di saggezza: La vita è sintesi, la poesia, è sintesi, la poesia è vita”; “L’amore non è geloso né esclusivo. Perché l’amore non fa rumore, non conosce limiti”; “A cosa serve anticipare il dolore piangendo prima del tempo?”.

In questa ultima frase c’è tutto il senso di una vita che va vissuta intensamente in tutte le sue opportunità e con tutte le sue ombre e luci. Un libro che vuole essere “leggero ma profondo, che trasporta nella sua lettura, facendo danzare il nostro pensiero. Asha, con i suoi occhi, permette anche a noi di vedere, ciò che già c’è ma che non vedevamo.

Aggiornato il 05 novembre 2019 alle ore 13:13