“È l’amore che viene” si intitola una canzone di qualche anno fa di Marco Conidi nella cui incisione emergeva con forza il pianoforte suonato dalle mani di Sergio Cammariere. La grande qualità vissuta nel trascorso musicale da solista del cantautore romano si respira anche in questo progetto dell’Orchestraccia. Progetto nato su un campo di calcio ad opera di un gruppo di amici-artisti, che ha proprio il sapore goliardico, un po’ scanzonato, di ex adolescenti che, tra il serio e il faceto, sfornano meraviglie che ti fanno emozionare di pancia e di testa. Dai classici romani, quelli popolari che si cantavano sotto le carceri o lungo il Tevere, a canzoni di nuova composizione come “Er principetto” ispirata alla favola del Piccolo Principe e scritta dall’attore di origini napoletane Giorgio Caputo. La voce intensa di Caputo fa ricordare Aldo Donati, cantautore romano scomparso qualche anno fa. Il teatro-canzone che porta in scena l’Orchestraccia è un ponte tra ieri e oggi, tra tradizione e modernità. Come nei toccanti monologhi interpretati da Luca Angeletti. Testi e sonorità che riportano all’allegria amara, ma allo stesso tempo spensierata delle feste di piazza in onore del santo patrono. Negli arrangiamenti si sente il circo, la pizzica, la tarantella. Senza trascurare la precisione, il rigore e il pathos che si respirano a teatro.

Su “Semo gente de borgata” scritta da Califano nel 1972 e portata al successo lo stesso anno da “I Vianella”, le mura del teatro hanno tremato. Un fremito di ricordi per chi non c’è più, ma anche per la bellezza di tante persone venute ad acclamare dei bravi professionisti che si sono messi in gioco in maniera naturale, senza troppi calcoli, creando una atmosfera che si respira dalla prima all’ultima nota. Una sola presenza femminile all’interno del gruppo: la bella e talentuosa Valentina Galdì, la quale fronteggia senza timori i suoi colleghi, anche se è in evidente minoranza, e incanta il pubblico con “Grazie alla vita”, portando alla mente l’amatissima Gabriella Ferri.

Si sono alternati sul palco due ospiti: l’attore Guglielmo Pozzi, presente nel film “Viva L’Italia”, in cui c’è anche la voce di Conidi con il brano “La verità”, e l’attore Lele Propizio, sempre più immerso nel ruolo di cantante.

Ieri sera al Teatro Olimpico una favola magica, assieme a Mangiafuoco (Conidi), il gatto (Angeletti), la volpe (Caputo) e la fatina (Galdì) c’è stata una fusione tra passato e presente, dove dei bravissimi artisti si sono uniti per portare in scena la loro esperienza, il loro vissuto, le loro anime. Trilussa sarebbe stato contento di seguire lo spettacolo. Lo avrebbe recensito sicuramente in maniera positiva, del tipo “Sine” per fare il verso a “None”, altro successo della “banda”. Ad accompagnare le voci dei protagonisti: alle percussioni Fabrizio Lo Cicero, alla chitarra Salvatore Romano, al pianoforte e alla fisarmonica Gianfranco Mauto, al violino Alessandro Vece, alla tromba Alessio Guzzon, al basso Claudio Mosconi, alla batteria Cristiano De Fabritiis e alla chitarra e all’ukulele Angelo Capozzi.

Ottimi sia il suono, a cura di Marco Lecci, sia la scenografia di Ines Paolucci. La regia luci è di Marco Palumbo e la direzione artistica è di Gianni Marsili, l’imprenditore musicale dal successo assicurato. Un valido supporto è stato dato da Massimiliano Bruno, amico storico de l’Orchestraccia, che ha apportato idee e consigli per perfezionare il progetto iniziale.

Tra il pubblico numerosi ospiti e amici artisti, tra cui Gianni Mazza, Pasquale Mammaro, Elio Cipri e molte “orchestraccine”, accanite ammiratrici urlanti e in costante diretta sui social.

Ancora oggi e domani alle 21 al Teatro Olimpico di Roma. Per info: 06/3265991.

Aggiornato il 04 ottobre 2019 alle ore 11:08