La Chiesa “dentro dalla cerchia antica”

La Chiesa “dentro dalla cerchia antica”, tutta compresa della sua missione, “si stava in pace, sobria e pudica”, pensando a Cristo e alla resurrezione. “Non v’era giunto ancor Sardanapalo a mostrar ciò che in camera si può”, non c’era prete che facesse scialo di ricchezze, non c’eran quiproquò. San Paolo, il fondatore, celebrava la “nobiltà dello spirito” contro la “nefandezza della carne”, schiava del sesso, e grande in lui era lo scontro. Sino a che i papi, lasciandosi andare, visto che Dio era padre di Gesù, anche loro si misero a figliare, e cominciò la Chiesa ad andar giù. Non sempre tuttavia le loro amanti erano delle vergini o fanciulle, ma sposate con altri, ed eran tanti i bimbi che riempivano le culle, sicché spesso i mariti o i fidanzati se mai, piacendo a Dio, se ne accorgevano andavano dai papi e, disperati, senza scrupolo alcuno li uccidevano.

Dopo i figli arrivarono i nipoti, che, per amore o per opportunismo, si mostravano ai nonni assai devoti, e fu da lì che nacque il nepotismo. Così accadde che dietro quell’esempio anche preti, prelati e cardinali del gentil sesso fecero uno scempio, che fu causa di tutti gli altri mali. Le monache flirtavano coi frati, partorendo dei “belli monachini”. Tutti erano assai scandalizzati, e la Chiesa cadeva a pezzettini. Come ha scritto lo storico Gerberto, dei papi erano “mostri di empietà”.

Nel Novecento Benedetto IV, il più iniquo di tutti, fu sgozzato dal marito infuriato dell’amante. Stefano VI, dopo che fu morto il suo predecessore, riesumatone il cadavere, marcio, nauseabondo e infestato dai vermi, lo posò sul trono e l’accusò d’essere stato eletto ingiustamente al posto suo. Dopo il “processo” lo gettò nel Tevere, finché uno sconosciuto lo sgozzò. Giovanni XII, accusato di omicidio, spergiuro, sacrilegio, nonché d’incesto con due sue sorelle e di avere invocato dèi pagani, Venere, Giove e persino il Demonio, colto sul fatto (“in flagrante delicto”), fu ucciso dal marito dell’amante. Il Cardinale Baronio scriveva: “Sono papi apostatici costoro. Siedono ormai sul soglio pontificio non uomini ma mostri. Al loro posto Messaline governano la Chiesa, prostituendo lo Scanno di Pietro”. C’è stata addirittura una papessa, e fu da lì che la sedia papale fu fatta con un buco per tastare i genitali al fine di evitare che salisse sul trono un’altra donna.

Alcuni nella messa non facevano la comunione, né si confessavano, perché il papa, dicevano, è “infallibile”. Non mancavano i papi simoniaci, che incassavano soldi per le nomine. Sempre nel Cinquecento Giulio III, il perfetto prototipo del papa di quel tempo, gaudente, nepotista, goloso ed intrigante, ancora prima d’essere eletto, si prese una cotta per un fanciullo, Innocenzo del Monte, figliolo di un suo servo, al quale in cambio fece molti e cospicui favori. Quando infine fu eletto, Giulio III nominò cardinale quel ragazzo che aveva solo diciassette anni, e che commise stupri ed omicidi.

Fu bruciato sul rogo addirittura Giordano Bruno, in quanto sosteneva insieme con Copernico, che il Sole, non la Terra, era il centro del sistema: una versione che contraddiceva non solo il noto passo della Genesi, ma soprattutto il fatto che la Bibbia fosse davvero “Parola di Dio”. E cosa dire di Alessandro Borgia, forse il più libertino e nepotista, ch’ebbe figli illegittimi, fra cui gli scellerati Cesare e Lucrezia? Di Bonifacio VIII, collocato nell’inferno da Dante, che Villani disse “assai scaltro e pecunioso molto per aggrandir la Chiesa e i suoi parenti, non facendo coscienza di guadagno perché tutto, dicea, gli era concesso”?

La Chiesa allora fra’ Savonarola la chiamava “ribalda” e “meretrice”, perché nelle elezioni dei pontefici i cardinali suoi mercanteggiavano nelle latrine i voti. Le gridava: “La tua bruttezza è nota in tutto il mondo e il tuo fe­tore sale sino al cielo”. E concludeva: “Aprasi la terra e insieme con li loro fautori li tranghiottisca vivi tutti quanti!”. Anche lui alla fine fu impiccato e bruciato sul rogo come eretico. Tanti furono insomma gli omicidi, compresi quelli delle fattucchiere.

Contro il materialismo della Chiesa nacque il gruppo degli Spirituali di Viterbo, fra i quali Michelangelo  e Vittoria Colonna. Li guidava il cardinale Reginald Pole, ch’era in quel tempo l’Amministratore del Patrimonio di San Pietro. Il gruppo, composto da ecclesiastici di rango, era vicino alle idee luterane e premeva per una radicale e severa riforma della Chiesa, improntata sul piano teologico, su alcuni fondamenti della fede, sulla svalutazione delle opere e dei riti esteriori. Il Cardinale intervenne più volte sui misfatti della Chiesa cattolica di allora. Quello che segue è appunto un suo discorso, tratto da un libro, in cui si lamentava della depravazione della Chiesa: “I cristiani hanno avuto il loro appoggio nella Chiesa. Degenerata lei, il fedele comune non può stare indifferente di fronte all’esempio della Chiesa, la quale, con la scusa della sua sacra infallibilità si è lasciata cadere nelle braccia d’una depravazione scandalosa, spingendo addirittura all’ateismo molti spiriti saggi ed elevati. L’Italia non reagisce con vigore, come accade in Germania, inquantoché gl’Italiani cattolici hanno il vincolo condizionante della gerarchia. Nei moti religiosi del Duecento c’era una fede vera, come in Francia: secondo gli Ugonotti le preghiere, la liturgia, le immagini dei santi ed i pellegrinaggi non aiutano affatto ai fini della redenzione. Due sono le ragioni principali che spingono i pontefici a deviare dal diritto cammino: innanzitutto vivere come i principi mondani, ammassare tesori, cercar gloria con traffici e con guerre, e l’eccessivo attaccamento a ciò che non è nostro, ma della Chiesa, il cui costume un tempo era di vender tutto ciò che aveva e dispensarlo ai poveri. La Chiesa è diventata un indegno mercato di cose sacre, e non se ne vergogna”.

Il gruppo infine venne scardinato da Gian Pietro Carafa, Paolo IV, e si chiuse definitivamente con il processo e la condanna a morte di Pietro Carnesecchi, un umanista illuminato e pieno di talento. Decapitato, il suo corpo fu arso, come se fosse stato un delinquente. La Chiesa in Inghilterra diede addosso ai traduttori della Bibbia, prima per averla tradotta, poi perché certi passi da loro interpretati non erano conformi al suo pensiero. Alcuni, per finire di tradurla, dovettero fuggire. Paolo IV con una bolla relegò in un “ghetto” tutti gli Ebrei scrivendo testualmente:

“Visto ch’è un fatto assurdo e sconveniente che gli ebrei, condannati dal Signore ad un’eterna schiavitù, pretendano il predominio sulla nostra Chiesa, atteso che la loro sfrontatezza è giunta a tanto che essi si azzardano di vivere non solo fra i cristiani ma fin nei pressi delle loro chiese, abbiamo stabilito che risiedano in strade separate dalle case dei cristiani e che indossino dei segni distintivi di riconoscimento. Gli uomini dunque porteranno in testa un berrettino di colore giallo, le donne invece un velo od uno scialle. Venderanno ai cristiani i loro mobili, non avranno con loro alcun rapporto e vivranno perciò chiusi in un ghetto, vendendo solo stracci e vesti usate” (sola arte strazziaria seu cenciaria). O Santa Chiesa per cinquecent’anni imponesti nel mondo il tuo primato religioso, politico e sociale, con la violenza, sterminando in tutto milioni di persone. Lo dimostrano documenti redatti addirittura dai tuoi preti apostolici con prove precise e dettagliate delle stragi da te compiute e dei tuoi tanti guai. Tu che ti credi certa ed ispirata da Dio in tutto ciò che dici e fai, pensa un poco alla storia tua passata, alle crociate contro gl’“infedeli”, che combattevi al grido “Dio lo vuole!”, ai tribunali dell’Inquisizione, che durò più di cinquecento anni. Te la sei presa pure con gli Ebrei, dopo che t’eri persino appropriata del Vecchio Testamento, in cui vedevi accenni a Gesù Cristo e alla Madonna.

Oggi le cose sono un po’ cambiate: ci sono stati papi eccezionali, ma la vera riforma della Chiesa tanto promessa ancora s’ha da fare. Sempre la stessa è la mentalità. Papa Benedetto XVI, rivolgendosi a Dio, gli ha detto: “Svegliati! Perché non parli? Perché dormi e lasci che si compiano stragi ed olocausti? Perché non badi alle tue creature? Perché concedi al tuo nemico, Satana, tutta questa eccessiva libertà?”.

Ora dal Padre nostro vuoi levare la frase “Non c’indurre in tentazione”. Ma se quella preghiera l’ha dettata agli apostoli proprio Gesù Cristo? Del resto non fu Dio che tentò Giobbe, servendosi di Satana, perché voleva “coi suoi occhi” constatare se l’amava davvero oppure no? E il divieto non fu una tentazione sempre di Dio, quando Agostino dice che “Adamo prima non poté peccare, ma dopo non poté più non peccare”? Inoltre egli diceva: “Non v’è uomo, né diavolo né spirito infernale che possa fare il male senz’avere il permesso di Dio. Se infatti Dio non ci tentasse”, così concludeva, “cesserebbe di farci da maestro”.

Ora Papa Francesco di recente, mescolando la fede con il sesso, ha con viva sorpresa dichiarato che pure il sesso è un “dono di Dio”, ch’è la più bella cosa che ci sia, quando è l’amore che gli dà l’avvio. Ma quale “dono” quando l’uomo è nato per popolare il mondo? E con che cosa? Mi metti il sesso al pari della fede? Cosa c’è dietro questa tua sparata? Sembrerebbe una riconciliazione, oppure un gesto di diplomazia, per le denunce di pedofilia. Papa Francesco, gran riformatore, fra tante verità questo ci dài? Fra migranti e digiuni non mi pare che gli argomenti che affrontando vai abbiano qualche cosa da insegnare. Per questo, o Chiesa (Dio me lo perdoni), ti dico: con le amene tue trovate stai perdendo prestigio. Alza un po’ i toni, sostanzia le tue ovvie chiacchierate, perché - facendo salvi i tuoi sermoni - c’è chi ha fame di cose più elevate. Tu parli, parli, e pure con affetto, ma sempre e solamente di Gesù. Dimmi che cos’è Dio, qual è il concetto, la visione reale che ne hai tu, dimmi s’è meglio il cuore o l’intelletto, se valga più la fede o la virtù, cos’è stato il peccato originale, se credi veramente nell’inferno, che cos’è il bene, da chi viene il male. Vai mostrando di Dio soltanto un volto.

Nel mondo sono più di trentamila le religioni, tuttavia nessuna vanta il primato che ti prendi tu, che disdegni le altre ad una ad una. Trotsky t’ha definita “la centrale elettrica del conservatorismo”, i nazisti hanno detto che sei stata un’“organizzazione sessuale”, quando bastava che tu consentissi ai preti di sposarsi, come fecero i protestanti, per eliminare almeno questo, che continua ad essere il tuo male più grande. I papi d’oggi chiedono scusa, ma non fanno nulla in questo campo.  I preti protestanti sono dunque dei tuoi più peccatori? Vai diffondendo impunemente all’estero, in altri Stati, i tuoi comandamenti, influendo persino nel progresso della Scienza. Le Chiese protestanti la pensano in maniera ben diversa su molti punti oscuri della Bibbia, e soprattutto sulla divisione fra Stato e confessioni religiose. I protestanti credono che il capo della Chiesa sia Cristo, non il Papa, che nessuno nel mondo sia infallibile, che la Chiesa cattolica non sia l’unica, sola e credibile interprete della Bibbia, ma che tutti i credenti, in cui vive lo spirito di Dio, possano interpretare il suo messaggio.

“Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,

non la tua conversion, ma quella dote

che da te prese il primo ricco patre!”.

Vai perdendo a palate i tuoi fedeli a un punto tale che ci sono chiese che per indurli ad andare alla messa alla fine dispensano rinfreschi o bollini gratuiti per dei premi. Questo è un altro ricatto bello e buono. Quanto alla messa Calvino diceva: “Sono forme idolatriche, ornamenti non voluti da Dio, che non gradisce nessuna forma di ricchezza. Basta con tutti questi addobbi e stordimenti della mente e dell’anima”. E Lutero: “L’odierno movimento della Chiesa cattolica è uno sforzo un po’ tardivo per un maggiore afflusso dei fedeli, sì che il popolo possa ritenersi concelebrante con il sacerdote”. Ben diversa è la messa protestante. Innanzitutto il Cristo non campeggia inchiodato e piagato sulla croce, la quale se ne sta per conto suo ad uno dei due lati dell’altare, mentre il Cristo, lo sguardo sorridente e le braccia levate verso il cielo, dall’altro lato va innalzando a Dio il suo canto di lode e di vittoria.

Aggiornato il 28 settembre 2019 alle ore 15:49