Incontri con uomini straordinari

A pochi giorni dal compiere il mio cinquantaseiesimo genetliaco, posso affermare senza alcuna ombra di modestia di aver avuto, nella vita, tra le altre fortune anche quella di incontrare e conoscere – ovvero averne la stima e l’amicizia – molti uomini straordinari, come per esempio avvenne con Federico Zeri, con Fabrizio De André e con Vittorio Gassman. Parlerò perciò soltanto di alcuni tra loro perché non sono più, adesso, su quest’“atomo opaco del male” e non di coloro che ancora vivono tra noi e ai quali auguro ancora molto tempo da dedicare alle loro passioni.

L’ultimo scomparso, soltanto in ordine temporale, è stato Franco Zeffirelli, che ebbi modo di frequentare per qualche giorno nei primi anni Ottanta. Di lui, del grande regista, i “coccodrilli” hanno detto tutto o forse tanto, quindi la mia aggiunta è soltanto personale ed è il ricordo di un uomo la cui cultura andava di là da quella comunemente intesa, e questo lo si può vedere soprattutto tra i fotogrammi di due suoi film a tema shakespeariano: Romeo e Giulietta… a parte la partitura musicale di “Addio ai giochi” e i sontuosi costumi, è lo strepitoso Michael York che interpreta “Tebaldo, il Principe dei gatti” a darci la misura delle conoscenze “esoteriche” di Zeffirelli. Lo stesso farà, moltiplicato ad libitum, nel goticheggiante Hamlet con Mel Gibson nei panni del pallido principe danese. I grandi richiami all’estetica preraffaellita si vedono nelle levigate immagini del suo Fratello Sole, Sorella Luna e forse ancor più nel Gesù di Nazareth televisivo.

Zeffirelli è stato uno degli ultimi grandi intellettuali e artisti fiorentini degno dell’eredità della Scuola di Careggi, un raffinato neoplatonico cattolico, dotato di quell’ironia sarcastica che hanno soltanto i concittadini di Dante e di Machiavelli, un “antimoderno”, perciò inviso alla sinistra – tranne che a Dario Fo – quanto a una becera destra che oggi lo innalza agli altari per politica convenienza.

Così, nella sua eleganza, si allontana da questa temperie di inizio millennio anche Zeffirelli, che ha vissuto a lungo e bene, mietendo successi e critiche; insomma avendo una vita piena e risolta, contrariamente ai più che, mediocri e sopravvalutati soprattutto da loro stessi, si agitano forsennati cercando di mergere dalle pagine elettroniche o cartacee con i loro strepiti, i loro appelli e le loro cachinnanti pretese d’esistere. Il resto è silenzio, anche su Franco Zeffirelli.

Aggiornato il 18 giugno 2019 alle ore 10:51