Il regime fascista? Una sorta di calembour tra adulterato e adulterio con affermati gerarchi che perdono la testa dietro a una mutanda in un clima sociopolitico dove farsa e tragedia sfumano l’una nell’altra. Il libro “Mussolini e i ladri di regime” di Mauro Canali e Clemente Volpini, Ed. Mondatori 2019, presentato al Red Feltrinelli di Roma, “si legge come una commedia all’italiana” e sfata “il falso mito del fascismo dalle mani pulite”, come sostengono i suoi autori. La figura del Duce è costantemente inquadrata nei suoi chiaroscuri di “agevolatore e profittatore” secondo il filo logico di una corruzione “costruita ad arte per la lotta politica”. La documentazione di supporto relativa è tratta da carteggi storici conservati negli Archivi di Stato e fa riferimento a una serie di dati oggettivi, tratti in particolare dai fascicoli d’indagine del Ministero delle finanze e della magistratura speciale, che indagarono dopo la caduta del fascismo sulle malversazioni del regime e sull’arricchimento illecito dei personaggi politici di primo piano che avevano tratto vantaggio dai loro incarichi pubblici per arricchirsi, cumulando qualcosa come 120 miliardi di lire del tempo di cui si riuscì a riaverne indietro in base a un concordato appena 12. Questo perché gli eredi dei gerarchi e dei personaggi imputati avevano promosso una sequenza estenuante di ricorsi e controricorsi, obbligando lo Stato a venire a patti sulla cifra da restituire.

Le inchieste sugli illeciti arricchimenti partono fin dalla caduta del fascismo nel luglio del 1943 perché il Governo provvisorio e Badoglio in particolare intendevano dare soddisfazione alla piazza, creando una netta discontinuità e una rottura con il passato. Le rivelazioni sulle collezioni di pellicce pregiate conservate negli armadi delle mogli dei gerarchi, le scuderie di cavalli, le stoviglie e le posate d’argento costituirono all’epoca una sorta di arma di distrazione di massa di un popolo stremato dalla guerra, anche se molti cittadini fiutata l’aria scrissero a Badoglio che sì, i ladri andavano arrestati, ma la gente voleva farla soprattutto finita con la guerra! Anche il mondo politico degli esuli faceva pressioni per fare piena luce su corruzione e ruberie mentre il ritorno tollerato dei partiti politici si organizzava per rappresentare gli umori della piazza. Una pagina estremamente imbarazzante sulla corruzione di burocrati e gerarchi riguarda la compravendita della razza, con gli ebrei che pagavano a caro prezzo una via di fuga alterando il proprio stato anagrafico, pratica nota come mercato delle discriminazioni (ovvero: sei ebreo ma hai dei meriti particolari e quindi ti uso un occhio di riguardo).

Il motore della corruzione era all’interno della Direzione Demografia e Razza del ministero dell’Interno e sfruttava la così detta procedura di arianizzazione. In altri termini, un ebreo per essere arianizzato doveva documentare di essere un figlio illegittimo inventando finti tradimenti tra coniugi, per dimostrare che i suoi genitori non erano quelli registrati all’anagrafe. L’ufficio ministeriale incriminato era diretto all’epoca dei fatti dal Prefetto Lepera e Buffarini Guidi ne era il referente politico come sottosegretario responsabile. Lo scandalo relativo venne alla luce nel 1942: un certo prof. Mannino che falsificava i registri parrocchiali e gli atti di battesimo necessari per l’arianizzazione degli ebrei, una volta messo sotto inchiesta, chiamò in causa le responsabilità di Lepera, Buffarini Guidi e di altri avvocati. Tuttavia i magistrati non riuscirono nel dopoguerra ad andare fino in fondo alla questione, anche perché lo stesso Lepera messo in libertà dal procuratore si portò via l’intero faldone facendo sparire i documenti incriminati. La memoria scritta da Mannino, finita negli archivi del Dipartimento di Stato statunitense, tornerà in Italia soltanto molti anni dopo. Mussolini utilizzava gli scandali per ricattare e ottenere fedeltà dai suoi collaboratori, rimanendo così in sella anche quando li cacciava! Fu così che il Regime riuscì magistralmente a rappresentarsi come il regime degli onesti!

Aggiornato il 31 maggio 2019 alle ore 12:38