Avete presente Weimar? Quando cioè una bottiglia d’olio vale due grattacieli da cento di bolivar in banconote? Prima del disastro dello chavismo, amplificato successivamente dalle politiche scellerate del suo erede naturale, il dittatore Nicolàs Maduro, il Venezuela era uno dei più ricchi Paesi al mondo mentre oggi la sua iperinflazione è pari a qualcosa come 1,7milioni percento. Per intenderci: un anno fa 1,7 milioni di bolivar valevano 30mila dollari al cambio, mentre solo dodici mesi dopo il corrispettivo in valuta per la stessa cifra è soltanto di mezzo dollaro! L’inflazione a sei cifre è la palla di neve che si fa valanga nella discesa a valle trascinando con sé la rovina delle fortune nazionali e, con essa, tutte le virtù di un popolo senza più servizi, medicine, viveri e cure sanitarie, disumanizzato e estirpato delle sue radici solidaristiche anche le più superficiali, dilaniato e devastato nel corpo e nello spirito dalla borsa nera, dalle squadre della morte paramilitari che si spostano in motocicletta per depredare, sequestrare, uccidere, violentare e ridurre in schiavitù gli oppositori del regime. Come ci racconta nell’introduzione la protagonista del bellissimo e crudelissimo romanzo “Notte a Caracas” (Einaudi 2019) di Karina Sainz Borgo, anche il solo morire è un problema insolubile perché non è possibile avere un posto nel cimitero né esequie di terzo e infimo ordine se non si ha qualcosa da scambiare in natura o in valuta estera.

Il romanzo-verità è una storia di donne sole, madre e figlia, senza marito né padre pur non essendo né vedove né orfane, con due zie ottuagenarie imprevedibili e umorali, una grassissima e l’altra magrissima, lontane qualche ora di auto dalla capitale dove vivono sorella e nipote, ma che abitano un luogo mitico la cui nostalgia ricorre nei momenti più bui e disperati vissuti dalla protagonista che ne ripercorre le piccole follie quotidiane, giocate in un ambiente campagnolo reso fiabesco dalle baruffe chiazzote delle due zitelle e dalla frenesia di somministrare la loro pesante cucina tradizionale, con pratiche quasi scaramantiche di alimentazione forzata, a nutrimento perenne delle loro due uniche parenti, soprattutto della nipotina. L’infanzia di Adelaida scorre serena in un ambiente politico nazionale di sereno confronto democratico tra le diverse forze politiche instaurato dal Presidente Rómulo Betancourt e durato fino alla seconda metà degli anni 90 quando, a causa delle crescenti difficoltà economiche e dei disordini sociali che ne derivarono, prese il potere il marxista populista Hugo Chavez che attuò il suo progetto di “revoluciòn bolivariana” di nazionalizzazioni spinte e di redistribuzione del reddito ai ceti popolari impoveriti dalla crisi, instaurando un regime che divenne progressivamente totalitario e intollerante colpevole di aver dilapidato la ricchezza nazionale in assistenzialismo, sussidi a fondo perduto e corruzione a tutto campo.

I “Motorizzati della patria” sono le milizie cenciose, disperate e delinquenziali al servizio della Rivoluzione e del Comandante Presidente per reprimere nel sangue e nel sopruso le manifestazioni popolari di protesta: anche il semplice incrociare il loro sciame velenoso può costare la vita, come dice il necroforo terrorizzato ad Adelaida di ritorno dalla solitaria sepoltura della madre. Tornare e trovare la serratura cambiata della modesta casa frutto degli immensi sacrifici di entrambe, con la madre insegnante che si è uccisa di fatica e di ripetizioni per crescere sua figlia, farla laureare in lettere e vederla lavorare come correttrice di bozze in un giornale chiuso dalla censura del regime. All’interno, un gruppo violento e selvaggio diretto da una “Marescialla” e dalle sue accolite è stato ridotto a un bivacco di cosacchi che trafficano in pacchi alimentari e in derrate trafugate al circuito governativo per il rifornimento di beni essenziali a negozi e supermercati, per rivenderle in nero e in valuta, pari a svariate volte il loro valore originale. Attraverso le vite degli altri e, in particolare, del giovane fratello della sua unica amica, Adelaida conosce l’orrore delle prigioni del regime non dissimili da quelle dell’Isis. Sarà la morte di una vicina semisconosciuta a offrirle una via di fuga e una nuova identità salvandola dalla lava nera e ribollente dell’odio sociale e politico dilagante del tutti contro tutti.

Aggiornato il 20 maggio 2019 alle ore 12:31