Addio a Doris Day, “vergine di professione” del cinema Usa

lunedì 13 maggio 2019


È morta Doris Day, la “fidanzata d’America”. La celebre attrice e cantante americana lo scorso 3 aprile aveva compiuto 97 anni. La notizia della scomparsa è stata annunciata dalla sua fondazione. Doris Mary Anne Kappelhoff (questo il suo vero nome) trascorre quarant’anni di carriera incarnando l’icona della “vergine di professione”. Recita con Rock Hudson, James Garner, Cary Grant, James Cagney, Clark Gable, James Stewart. Figlia di un musicista e di un’appassionata d’arte, entrambi profughi dalla Germania del Primo dopoguerra, arriva al successo dopo un’infanzia difficile attraversata, prima dalla morte del fratello maggiore, poi dalla separazione dei genitori, infine dall’incidente d’auto che le impedisce di coltivare il sogno di diventare ballerina classica.

Così, sceglie il canto, la passione del padre. Negli anni Quaranta è già una stella internazionale. Ma sarà il cinema a cambiarle, definitivamente, la vita. La svolta avviene grazie all’incontro casuale con Michael Curtiz. Il regista di Casablanca. Doris firma un contratto di sette anni con la Warner Bros e Curtiz la lancia nella commedia musicale brillante con Amore sotto coperta. È l’inizio della sua carriera sul grande schermo. Doris incanta il pubblico per la sua spontaneità e per la naturale espressività con cui interpreta le canzoni del film. Insieme al lancio della pellicola, l’artista sfonda sul mercato discografico con It’s magic. Curtiz la dirige due anni dopo in Chimere, accanto a Lauren Bacall e Kirk Douglas. All’inizio degli anni Cinquanta si conferma regina delle commedie musicali. Viene diretta da David Butler in La ninna nanna di Broadway e Aprile a Parigi. Ma è straordinaria la sua Calamity Jane del film Non sparare, baciami! La canzone Secret Love, raggiunge la prima posizione in classifica nel 1954 negli Stati Uniti per tre settimane e nella Official Singles Chart per nove settimane. Vince l’Oscar alla migliore canzone. Il successo è clamoroso.

Da quel momento si consacra “fidanzata d’America” grazie alle sue commedie sorridenti e rassicuranti. Ora è pronta per la definitiva consacrazione. Allo scadere del contratto con la Warner, gira con Alfred Hitchcock un capolavoro della suspense: L’uomo che sapeva troppo, al fianco di un memorabile James Stewart. Il grande maestro del brivido la conosce casualmente durante una festa. Hitch le offre il personaggio perfetto: una madre adorabile, una moglie premurosa, una cantante superba. Doris Day regalerà la sua migliore interpretazione, lanciando la trascinante Que sera sera. Doris è Jo McKenna, un’americana in vacanza in Marocco con il marito medico (James Stewart) e il figlioletto. La famiglia felice si trova al centro di un intrigo internazionale.

Nell’eccezionale sequenza del concerto londinese alla Royal Albert Hall, dove appare anche il musicista preferito di Hitchcock, Bernard Herrmann, Doris Day offre una prova magistrale. Coinvolge il pubblico nell’angoscia del personaggio, diviso tra il dilemma di rivelare l’imminente assassinio e il rischio di compromettere l’incolumità del figlio rapito. Nel 1959 ottiene una nomination per il film Il letto racconta di Michael Gordon, primo capitolo di una trilogia in cui affianca Rock Hudson. In seguito, forma una coppia d’oro con Hudson che ricorderà sempre come il suo partner preferito. Dopo il trionfo del film di Hitchcock interpreta altri due titoli di suspense: Merletto di mezzanotte di David Miller, con Rex Harrison e John Gavin e La mia spia di mezzanotte Frank Tashlin. Alla morte del marito, nel 1969, si allontana dal grande schermo per la tivù dove il Doris Day Show. Un secondo matrimonio si conclude con un divorzio dopo soli sei anni. Gli ultimi anni, da repubblicana vegetariana, vive in un ranch, circondata dagli amatissimi cani.

“Io la conoscevo prima che diventasse vergine” disse di lei un giorno il pianista Oscar Levant.


di Eugenio De Bartolis