Destra liberale e destra sovranista/2

Pubblichiamo la seconda parte di un breve saggio di Riccardo Scarpa sui concetti di Destra e Sovranità. La prima parte è disponibile a questo link.

Le esigenze materiali alla base della Sovranità sono sempre le stesse: assicurare un ambito territoriale sufficientemente coeso da consentire un ciclo autoriproduttivo della ricchezza tale da fornire risorse sufficienti per la propria difesa. Le ragioni sentimentali e spirituali dei turbamenti furono: l’ansia di libertà delle anime delle Nazioni, e l’appannamento spirituale d’una Chiesa latina, sempre più partito politico guelfo e sempre meno assemblea di credenti. Il romanesio antico ebbe il suo fulcro, come chiarì nel secolo scorso Aldo Ferrabino, nei Municipî, con le proprie nobiltà civiche decurionali ed i collegî artigiani. Dopo il mille essi risorsero, elessero di nuovo Consoli, ma non riuscirono ad acquisire vera indipendenza politica. Ciò furono i Comuni. Ricchi nelle arti e per la vita culturale, non s’organizzarono in ambiti politici realmente autosufficienti nella riproduzione della ricchezza e con forze di difesa adeguate. La Lega Lombarda, la vittoria del Carroccio e della Compagnia della Morte su Federico Barbarossa, furono uno splendido episodio, come tanti altri, ma restò tale. Poi le Signorie e la costituzione di Stati regionali insufficienti.

Solo Venezia ebbe una realtà propria, in quanto il suo Stato da Mar controllò una porzione vitale dell’Oriente Romano. Nel cinquecento, nacque lo Stato moderno nella Francia e nella Spagna, l’Impero tedesco controllò saldamente la Germania. Costoro calarono in Italia. Superato di fatto il sistema feudale e comunale, ivi si formarono gli Stati Nazionali, Monarchie con un ciclo autoriproduttivo della ricchezza proprio ed una difesa indipendente. Una crisi spirituale portò alla riforma protestante, ed al blasfemo ossimoro delle guerre di religione. Per affermarsi, però, quella Sovranità moderna dové resuscitare l’oscuro Supereanus dell’occidentale medioevo barbarico. Coi trattati di Westfalia del 1648 si modificò la costituzione del Sacro Romano Impero di Nazione Tedesca, coll’estensione di alcune regole di questo diritto pubblico alla Francia ed alla Svezia, ed il riconoscimento dell’indipendenza ai Paesi Bassi ed ai Cantoni Elvetici. Ciò per assicurare l’equilibrio a quelli Stati dell’Europa centrale ed occidentale e por fine alle guerre di religione. Fu l’atto di nascita del diritto internazionale pubblico moderno, cui Ugo Grozio e Cristiano Wolf dettero una dottrina.

Quando questo processo s’assestò, in Gran Bretagna, però, era partita la rivoluzione industriale, che sfruttò le risorse dell’Impero coloniale e talassocratico: un ciclo autoriproduttivo della ricchezza che rese superati quasi sul nascere gli Stati nazionali dell’Europa centrale ed occidentale. Lo dimostrò l’esito napoleonico della Rivoluzione Francese. Quando la Rivoluzione Francese abolì quel che rimaneva del sistema feudale, lo Stato che si riteneva più nazionale in Europa espropriò d’una serie di diritti sul suolo francese Case Reali e Nobili del resto d’Europa. Diritti frutto d’una storia d’intrecci politici e parentali. Questa fu l’origine di quel generale attacco alla Francia, sulla reazione al quale costruì la sua fortuna, militare e politica, Napoleone Buonaparte. Nel breve periodo in cui quest’uomo unificò di fatto l’Europa, malgrado le perquisizioni ed i depauperamenti insiti in un’economia di guerra, la rivoluzione industriale attraversò la Manica.

L’Impero Britannico reagì: stimolò la continua ricostituzione d’alleanze antinapoleoniche che, alla fine, determinò il crollo. Però, i risultati dell’unificazione subcontinentale napoleonica dimostrano come, già allora, lo Stato nazionale non avesse più le dimensioni per sviluppare la base materiale d’una Sovranità. Ed il Risorgimento Italiano? Riuscì in quanto i suoi attori principali, il ramo Carignano della Casa di Savoia, Camillo Benso Conte di Cavour e Giuseppe Garibaldi, ben lo seppero, ed inquadrarono il Risorgimento in una adeguata dimensione europea. Carlo Alberto di Savoia Carignano fu ufficiale dei dragoni e Conte dell’Impero di Napoleone, e poi dotò il suo Regno d’uno Statuto liberale, tenuto fermo dai suoi successori. Il Conte di Cavour ebbe nome Camillo in onore del padrino di battesimo, il Principe Camillo Borghese, coniuge di Paolina Bonaparte, e vinse la seconda guerra d’indipendenza grazie all’alleanza col Secondo Impero di Napoleone III, che poi non ostacolò l’impresa garibaldina nell’Italia meridionale e la ricostituzione del Regno d’Italia su basi unitarie. Giuseppe Garibaldi lanciò, alla fine di quell’impresa, dal Volturno, un Memorandum alle Potenze per propugnare la costituzione degli Stati Uniti d’Europa.

Insomma, il Regno d’Italia è sorto consapevole della necessità di costituire una Sovranità europea a garanzia degli Stati liberi d’Europa. La liberazione di Venezia nel 1866, di Trento e Trieste colle terre irredente nel 1918, gli esiti della seconda guerra mondiale colla crisi della Monarchia, sono inquadrabili all’interno d’una guerra civile europea, se guerra civile significa conflitto armato per stabilire un assetto del potere interno. In questo caso all’interno dell’Europa, come unico ambito d’una Sovranità possibile. Il risultato è stato il processo d’integrazione in corso, per mezzo dell’attribuzione di competenze sovrane ad Istituzioni supernazionali. Tra queste, nell’Unione europea, il Parlamento europeo garantisce il controllo democratico, i Consigli di ministri ed europeo la partecipazione e la cooperazione degli Stati membri, la Corte di Giustizia la legittimità degli atti e l’applicazione di principî e norme di diritto. Per dimensioni, gli Stati nazionali dell’Europa centrale ed occidentale sono quali li definì Luigi Einaudi, liberale monarchico, primo Capo dello Stato eletto in base alla Costituzione italiana del 1947-’48: «polvere senza sostanza».

Se si vuole essere liberi e sovrani, occorre costituire assieme una sovranità adeguata, che vada oltre l’integrazione economica con una difesa comune, strumento per una politica estera unitaria ed indipendente. Solo questo è vero sovranismo, il resto è candidarsi ad essere colonie di potenze continentali straniere. Anche il Regno Unito potrebbe sopravvivere alla Brexit, sono collo stringere rapporti più stretti con gli Stati Uniti d’America: cioè divenendo un protettorato delle sue ex colonie.

(2. Fine)

Aggiornato il 09 aprile 2019 alle ore 11:26