L’idea di scrivere su Casti è nata da una serie di conferenze e convegni nei quali gli autori, Alessandro Meluzzi e Fabio Marco Fabbri presenti come relatori, hanno trattato di geopolitica. In questi incontri i temi che sono stati affrontati hanno abbracciato prevalentemente la “Seconda Questione d’Oriente” così definita da Fabbri, e i vari rapporti intercorsi in epoca Moderna e Contemporanea tra i maggiori artefici della “Storia” in Europa e nel Vicino Oriente. Da tali confronti scaturivano spesso analisi sul ruolo che gli “informatori” o “spie”, si ritagliavano nei rapporti internazionali e diplomatici, rilevando che spesso esercitavano forti condizionamenti anche in importanti scelte di carattere politico e strategico. Studi precedentemente fatti dagli autori su Giovan Battista Casti, hanno portato a definirlo un analista proto-geopolitico in quanto il suo profilo di diplomatico e la sua insaziabile curiosità lo conducevano ad avere contatti con i più potenti regnanti europei in un periodo storico cruciale per l’Europa. Gli studi si sono dipanati tra gli infiniti fili delle sue epistole e dei documenti attestanti le sue importanti amicizie ed il suo impegno specialmente nell’Impero Austriaco. Le tensioni, le idee e le confessioni autobiografiche che si ritrovano nelle sue epistole e nei suoi più significativi poemi, oltre a darci un’immagine dell’uomo e del suo impegno intellettuale, disegnano il ritratto di un politico acuto e con una visione lucida delle strategie internazionali. L’Abate era conscio che la storia gli stava consegnando un momento unico ed irripetibile per l’Europa e per il mondo intero, momento che avrebbe gettato le fondamenta di una nuova società, di nuove modalità politiche, di nuove forme istituzionali, di nuovi atteggiamenti filosofici.

Il suo impegno tra le maglie della diplomazia europea apriva all’Abate le porte delle più importanti corti; al seguito del figlio del principe Kaunitz intrecciava legami diplomatici con i vertici degli stati europei. Anche i suoi Poemi, iniziati spesso nei Paesi dove volta a volta si stabiliva, danno una chiara idea della maturità storica che stava raggiungendo, accompagnata da intuizioni politiche degne di uno statista e non di un abate cresciuto all’ombra dell’Arcadia. Inoltre il suo Viaggio a Costantinopoli descritto in un Diario trascritto per intero in questo lavoro, illumina su un aspetto sociologico che merita un confronto con la contemporaneità dei fatti. Nel volume, oltre a presentare aspetti del suo profilo, viene analizzato il pensiero politico ed il ruolo diplomatico affidatogli dagli Asburgo, vengono, inoltre, presi in esame, nella vasta produzione letteraria diplomatica, le opere più significative, dove il pensiero e la personalità del Casti si esprimono efficacemente e dove con maggior vigore esprime il suo pensiero politico formatosi nel travaglio settecentesco.

Inoltre va ricordato che Casti (come Fabbri), nacque ad Acquapendente nel 1724, e che circa un secolo dopo, 1822, nacque l’architetto Guglielmo Meluzzi (antenato di Alessandro Meluzzi), che ad Acquapendente progettò e fece costruire la facciata della chiesa dei Santi Antonio e Caterina, e altri edifici pubblici, come quelli del Palazzo Municipale, del cimitero e del Fontanone; verosimilmente, gli “intrecci”, presentati nell’articolata avventura castiana, hanno lasciato anche qualche strascico sugli autori del presente lavoro.

Aggiornato il 08 aprile 2019 alle ore 14:14