L’Altro Teatro, “L’incantautore” al Golden di Roma

L’Altro Teatro è una rubrica settimanale de “L’Opinione delle Libertà” curata da Giò Di Sarno. Si tratta di uno spazio in cui si vuole dare visibilità a spettacoli, opere teatrali in particolare, che pur avendo per protagonisti artisti di talento e soggetti interessanti, faticano ad avere voce sui media nazionali. I quali, come spesso succede, non dedicano molto spazio ad approfondire le proposte di teatri periferici. Ed è proprio in questi teatri, cosiddetti Off, dove spesso si esibiscono attori pieni di talento e si rappresentano gli spettacoli più interessanti. L’intento di questa rubrica è, perciò, quello di fornire un’informazione aggiornata allo spettatore, il quale spesso è ingolfato dalla pubblicità dei “soliti noti” e incanalato in un’unica direzione. In questo caso, senza fare discriminazioni al contrario e compatibilmente con lo spazio settimanale, si darà voce a tutti, senza distinzioni. Andando sul posto, sedendosi in platea e riportando esattamente reazioni e sensazioni del pubblico, facendo così da tramite per fomentare l’interrelazione fra spettatori e spettacolo.

Poche volte si è creata un'alchimia come il 29 sera al Teatro Golden di Roma tra lo spettacolo di Mimmo Cavallo e il teatro stesso. Un luogo unico, a forma di anfiteatro, che accoglie come il ventre di una madre e rimanda a sensazioni ancestrali, arcaiche per il solo fatto di essere lì. Poi si accendono le luci, e nella “fossa scenica” a poco a poco si intravedono utensili e strumenti che ti catapultano nella Cultura con la C maiuscola. E ti viene voglia di sporcartele di terra queste mani, di immergerle in quell’impasto magico, tanto da sentirne quasi l’odore.

Al centro del palcoscenico primeggia un quadro della Madonna di Pompei, un’altra madonna sotto una campana di vetro, una troccola, tamburi antichi provenienti da altri Paesi, un aratro, recipienti per il vino e l’olio. Sulle note de “Il Sud del pianeta” inizia il viaggio musicale. Mimmo Cavallo ha saputo evocare un percorso che accomuna ancora oggi molti emigranti: partire per il viaggio della vita, per poi tornare alla terra d’origine. L’incantautore racconta così il suo Sud partendo da quando piccolissimo si trasferì a Torino con la famiglia per questioni di lavoro e andò ad abitare nel ghetto (citato più volte in Siamo meridionali) dove subì ogni tipo di discriminazioni. Mimmo non è solo un cantautore, è un ricercatore, un cultore tenace di storia e di tradizioni. A lui piace capire e spiegare, e mentre racconta imparare ancora a sua volta.

Nella “cavea” il pubblico lo ascolta affascinato quando narra di una rondinella colpita dall’incoscienza di una fionda e del gesto brigantesco di sua nonna, quando le si presentò con in mano il povero volatile esanime. La donna, racconta Mimmo, squartò il petto della rondinella con l'unghia del pollice ed estrasse il cuoricino ancora pulsante per offrirlo sotto forma di buon auspicio al nipotino, accompagnando il gesto con queste parole: “Tieni! Che tu possa un giorno volare come una rondine”. In questo racconto cruento, c’è l'evidente allusione al fatto che in certi luoghi l’emarginazione culturale, antropologica, ha conservato, come sotto la cenere, riti tribali, antichi e normali in certe epoche storiche come certi sacrifici di vergini, edulcorati in forma di favole e fiabe. I racconti si alternano a canzoni meravigliose, accompagnate da quattro musicisti: al pianoforte e tastiere Marcello Ingrosso; alle chitarre, elettrica e acustica, Gigio Maggio; alle percussioni, Michele Ciavarella. A un certo punto, con il ricordo di Mia Martini e la canzone “Il mio oriente”, arriva alla platea una gradita sorpresa: Olivia, l’ultima delle sorelle Bertè e il professor Ciro Castaldo, illustrano il libro “Martini Cocktail”.

Una festa al ritmo di Taranta che si conclude per l’autore di “Caffè nero bollente” in un’atmosfera arcaica e mitologica alla quale partecipano i cori di Annamaria Lecce, gli amici e colleghi di Mia tra cui Grazia Di Michele, Mariella Nava, Antonio Gaggio, Alba Calì, Ernesto Bassignano e molti altri uniti in corale “Uh Mammà”. In questo spettacolo la terra in quanto madre, madonna e vita, torna prepotente in tutto quello che Mimmo Cavallo canta o racconta.

Dalla Capitale la partenza del tour che toccherà tutta l’Italia.

Aggiornato il 05 aprile 2019 alle ore 19:35