“I clown mi terrorizzano e non mi piace vedere gli animali esibirsi nei circhi", esordiva così Tim Burton alla prima del suo film “Dumbo”, remake del famoso lungometraggio Disney del 1941, che il regista americano ha riportato sul grande schermo dopo 78 anni.

Eppure questa paura non gli ha impedito di riunire un cast stellare (Colin Farrell, Michael Keaton, Danny DeVito e Eva Green) per raccontare, a modo suo, la storia dell’elefantino volante con le orecchie enormi.

Dopo “La Bella e la Bestia”, si tratta di un altro esperimento di “live action” (un misto di attori umani e computer grafica) della casa di produzione americana che sta tentando di avvicinare i più piccoli ai storici capolavori della Disney. Malgrado gli attori di fama, al momento l’accoglienza del pubblico è stata tiepida.

La Walt Disney Co. ha dichiarato infatti che il film ha incassato circa 45 milioni di dollari a livello nazionale contro un budget di produzione di 170 milioni di dollari. Non proprio un successo. Rispetto all’originale, la trama ha subito alcune modifiche dark che forse hanno inciso sul gusto dei piccoli spettatori in sala.

Il Dumbo digitale con i suoi grandi occhioni blu non ispira la tenerezza voluta, anche perché la tecnologia l’ha reso quasi un robot, togliendoli quella magia che solo il disegno può dare. Gli effetti speciali indubbiamente meravigliano (il tendone da circo “Dreamland” è interamente costruito al computer), ma non riescono a distogliere l’attenzione dal livello dei dialoghi piuttosto forzati, a tratti stucchevoli.

Tim Burton non è nuovo a questi remake. Il suo “Alice in Wonderland” nel 2010 ha dato il via alla mania cinematografica dei rifacimenti dei classici Disney. Ma forse questa volta, è scivolato su una buccia di banana. Vedremo se il box office italiano sarà più clemente di quello americano.

Aggiornato il 03 aprile 2019 alle ore 14:12